Da Exor a Luxottica, tutte le aziende italiane esposte al dollaro

09/11/2016

Sono tante le aziende di Piazza Affari che generano ricavi Oltreoceano, e che pagheranno direttamente il calo del bilgietto verde legato alle elezioni Usa del presidente repubblicano Donald Trump.

MILANO – La vittoria elettorale di Donald Trump ha fatto scivolare il dollaro su tutte le principale valute. La scommessa degli investitori è che con un cambio radicale, anche della politica economica alla Casa Bianca, la Fed dovrebbe lasciare invariati i tassi d’interesse – almeno nel breve periodo – e quindi il biglietto verde che è reduci da una corsa su tutte le principali valute, perde un po’ del suo allure. E un dollaro debole, significa guai per tutte le società europee che esportano o lavorano negli Stati Uniti, ma anche per le aziende del Vecchio contieniti che competeranno sui mercati con società americani, i cui prodotti in dollari diventano più economici. A Piazza Affari, le società più esposte al dollaro in ordine alfabetico sono Autogrill, Cnh, Exor, Fiat, Luxottica e Stm, ma altre come Prysmian – il gruppo dei cavi che si misura contro le rivali Usa – e in generale le aziende del lusso tra cui Salvatore Ferragamo e Moncler, potrebbero essere marginalmente penalizzate.
 
Exor, da quanto ha rilevato la compagnia di rassicurazioni Usa PartnerRe ha anche smesso di dare le informazioni sul valore del suo patrimonio in euro, fornendo al mercato indicazioni direttamente in dollari, dato che oltre la metà dei suoi asset sono basati negli Stati Uniti.
 
Stesso discorso per Fiat, dopo la fusione con Chrysler, il gruppo guidato da Sergio Marchionne genera buona parte del suo giro d’affari – ma anche dei costi – oltre oceano e quindi è molto esposta al dollaro.
 
Il paradigma vale anche per Cnh, il gruppo dei trattori e delle macchine agricole compete con società come John Deere ed è strettamente legato al mercato nordamericano.
 
Il colosso degli occhiali Luxottica, è proprietario di diverse aziende americane, come RayBan e Oakley, e possiede diverse catene di negozi come SunglassHut e Lenscrafter. Non a caso circa due terzi del fatturato di Luxotica viene generato negli Stati uniti, e quindi anche se pure molti costi sono in dollari, scrivendo un bilancio in euro sarà penalizzato da un cambio sfavorevole con la valuta unica.   

Anche il gruppo Autogrill, attreavero la controllata HmsHost, genera buona parte del suo fatturato in dollari e di recente ha acquistato altri punti venditanegli scali Usa.

Fonte: http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/11/09/news/da_exor_a_luxottica_tutte_le_aziende_italiane_esposte_al_dollaro-151659047/