Crescita ai minimi in India e Brasile

01/12/2012

La crescita di India e Brasile continua a rallentare anche nel terzo trimestre: nonostante le misure di sostegno all'economia introdotte dai governi nazionali i due Paesi si avviano a chiudere l'anno con il minor incremento del Pil degli ultimi dieci anni.

In India, tra luglio e settembre, il prodotto interno è aumentato del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nel secondo trimestre l'incremento tendenziale era stato del 5,5%, nel primo trimestre del 5,3 per cento. Secondo i dati dell'Ufficio centrale di statistica il rallentamento è dovuto – oltre che alla persistente incertezza dell'economia globale – al minor contributo del settore manifatturiero che si è fermato a un +0,8%, sempre su base annuale, con l'agricoltura cresciuta solo dell'1,2 per cento. La miglior performance è venuta invece dalla finanza, dalle assicurazioni e dai servizi real estate con un +9,4% mentre per il settore delle costruzioni l'espansione è stata del 6,7 per cento.

Il Fondo monetario internazionale prevede per l'India una crescita del 4,9% per l'intero 2012 mentre gli economisti del Clsa stimano per l'anno fiscale che finisce a marzo del 2013 un progresso del 5,5% destinato ad aumentare fino al 6,5% nel 2014. «Si è ormai toccato il fondo e vedremo presto un miglioramento, anche se non molto consistente», afferma Robert Prior-Wandesforde, direttore del l'Asian economics research di Credit Suisse a Singapore. Delhi resta comunque lontana dai ritmi di crescita dell'8% che hanno permesso all'Indian national congress di governare il Paese contenendo il deficit e creando nuova occupazione.

Ancora più evidenti le difficoltà del Brasile, ormai diventato il più lento tra i Brics. Nel terzo trimestre l'economia del Paese sudamericano è cresciuta solo dello 0,6% su base trimestrale, la metà dell'atteso 1,2 per cento. L'Istituto nazionale di statistica ha inoltre rivisto al ribasso l'incremento del Pil del secondo trimestre: dallo 0,4% allo 0,2 per cento. Sono risultati deludenti per il presidente Dilma Rousseff che ha cercato di rivitalizzare l'economia brasiliana con tagli delle tasse, misure di stimolo e di protezione all'industria nazionale.

Già nel 2011 l'economia brasiliana si era fermata a una crescita del 2,7%, venendo dal 7,5% del 2010. «Alla luce dei dati pessimi del terzo trimestre ci aspettiamo che nel 2012 la crescita non possa superare l'1 per cento», spiega una nota di Nomura.

 

Fonte:
Il Sole 24 Ore