Cresce poco l’Ict targata Italia
09/01/2009
Secondo l’ultimo rapporto Assinform il giro d’affari dell’informatica perde terreno, mentre le telecomunicazioni segnano un timido rialzo.
Va al rallentatore il mercato italiano dell’informatica e delle telecomunicazioni, ma è soprattutto colpa del calo dei prezzi. Il comparto aggregato segna, in valore del giro d’affari, un incremento pressoché nullo (+0,1%) a quota 60,281 miliardi di euro con le tlc che crescono dell’1,8% a 40,885 miliardi di euro e l’Information technology che, invece, registra un calo dell’3,2% per un totale di 19,396 miliardi di lire. Queste sono, in sintesi le dimensioni del mercato Ict fotografate dall’appena pubblicato rapporto Assinform-NetConsulting 2004 dal quale si evince che l’Italia investe in tecnologia meno degli altri Paesi di grande industrializzazione. Se il rapporto spesa It / prodotto interno lordo negli Usa è pari al 3,8%, quello italiano è del 2%, un valore nettamente più basso di quello del Regno Unito e della Francia (a pari merito con il 3,1%) oppure della Germania (3%). Si tratta però di un dato non dissimile da quello del Giappone (2,2%) e della Spagna (1,8 per cento).
Crollo dei prezzi e boom dei pc
Sono numerosi i motivi di freno, uno fra tutti il crollo dei prezzi in atto non solo nell’hardware, ma anche nel software e nei servizi. I dati Assinform si riferiscono soltanto al valore di fatturato e non ai volumi in termini di hardware e licenze software. Negli ultimi mesi si è verificato un crollo dei prezzi al quale ha fatto da contrappunto un innalzamento delle prestazioni. Oggi le imprese possono dotarsi di sistemi informativi all’avanguardia, con performance al top e con una frazione degli investimenti richiesti fino a uno o due anni fa.
Il mercato dei pc secondo Assinform è cresciuto del 9,8% per un totale di oltre 3,1 milioni di esemplari commercializzati, ma i ricavi calano del 3% a 2,614 miliardi di euro. Il prezzo dei notebook è in picchiata (in media -20%) e il rapporto dell’associazione confindustriale evidenzia che il costo minimo si attesta a circa meno di mille euro. I costi dei desktop calano tra il 10 e il 15% e si registra un vero e proprio boom per i server con processori standard che in valore crescono del 5% e del 22,2% in volume.
Evidentemente le imprese spendono meno in informatica, ma grazie all’evoluzione tecnologica possono ora ottenere, con investimenti molto bassi, soluzioni al livello di quelle abbordabili un tempo solo dalle grandi organizzazioni. L’informatica diviene così più pervasiva. Il giro d’affari per i produttori diminuisce portando però vantaggi alle imprese-clienti: spendono meno e ottengono di più rispetto al passato. E ciò fa parte del progresso insito nell’informatica.
Tuttavia in altri Paesi l’informatica e le tlc crescono anche in valore e in questo senso l’Italia si pone in controtendenza. Il mercato mondiale dell’It nel 2003 è cresciuto in tutto il mondo del 2,6% e quello delle tlc del 3,7 per cento. Il Nord America ha messo a segno un rialzo del 3,8% nell’informatica e del 3,5 nelle telecomunicazioni. In Asia le due componenti sono cresciute, rispettivamente, del 2,4% e del 6,7%, mentre l’Europa viaggia a due velocità con l’informatica che cala dell’1,3% e le tlc che segnano un piccolo progresso: +1,1 per cento.
Pierfilippo Roggero, presidente di Assinform, ha evidenziato che la limitata crescita dell’aggregato Ict e la caduta dell’Information technology originano da una struttura industriale/produttiva che, a causa del baricentro sulle piccole e medie aziende (spesso micro imprese), non è in grado di sostenere una domanda adeguata. Il rapporto evidenzia, infatti, che circa 2,5 milioni di imprese (2.494.885 per la precisione) piccole e piccolissime da 1 a 49 dipendenti spendono in computer e software solo 1.500 euro ciascuna; per contro una sparuta minoranza di imprese (poco più di 22.500) investono a testa 4,5 milioni di euro. Bisogna comunque considerare che le piccole imprese, a parte quelle di dimensioni microscopiche che spesso non sono informatizzate, non spingono sull’It poiché sono già dotate di strumenti informatici e telematici magari non di ultima generazione, ma comunque considerati sufficienti.
Manca forse una nuova killer application in grado di alimentare la domanda poiché, per la stragrande maggioranza delle attività, un piccolo server e una serie di postazioni pc, anche con qualche primavera sulle spalle, sono più che sufficienti per le funzioni fondamentali: gestione amministrativa, posta elettronica e produttività individuale.
Roggero indica tra le ragioni del ritardo italiano la difficoltà ad accedere a forme di credito agevolato e a finanziamenti pubblici, nonché vincoli di tipo fiscale (l’Irap in particolare). Inoltre, il presidente dell’Assinform evidenzia che le imprese italiane continuano a considerare l’informatica un costo e non un investimento in grado di accrescere produttività ed efficienza migliorando i processi interni ed esterni.
Il ruolo di Assinform.
Proprio per contribuire a sostenere il mercato italiano, l’Associazione ha avviato iniziative ad hoc: un tavolo con l’Abi per l’accesso al credito, una struttura per gestire i finanziamenti pubblici all’innovazione nonché forme di cooperazione con il Ministero dell’economia per le agevolazioni fiscali. Tra gli obiettivi di Assinform spicca anche il supporto ai progetti di e-government, considerati abilitatori per la crescita dell’intero comparto Ict.
L’informatica in Italia
L’It targata Italia nel 2003, come accennato, ha visto calare il suo giro d’affari del 3,3 per cento a seguito di una diminuzione di tutti i segmenti. L’hardware, complice la riduzione dei prezzi, lascia sul terreno il 5,6% per un totale di 5,073 miliardi di euro. A ben vedere il dato mette in luce anche una tendenza al recupero infatti nel 2001, rispetto all’anno precedente la picchiata era stata del 13,5 per cento. Nel 2003 calano anche i software e i servizi, elementi che finora erano stati immuni dai ribassi, che perdono il 2,2% mentre nel 2002 avevano evidenziato un progresso del 3,3 per cento.
Il sorpasso delle banche.
Le banche, con investimenti in It per 4,430 miliardi, hanno scavalcato l’industria che, invece, ha speso 4,370 miliardi di euro. Entrambe hanno però speso di meno: gli istituti del credito hanno ridotto gli investimenti del 4,9% (contro un aumento dell’1,8% nel 2002), mentre il calo del comparto manifatturiero è pari al 6,6%, perseguendo una politica al ribasso già riscontrata un anno fa quando era stato individuato un regresso del 6% rispetto al 2001.
Il rapporto Assinform mette in luce una riduzione generalizzata in tutti i settori. In crescita vi sono solo gli investimenti della pubblica amministrazione locale (+2,2%) sulla scia di progetti di e-government decentrato, le assicurazioni (+1,1%), i servizi (+1,5%) e la distribuzione (+1,5 per cento).
Le telecomunicazioni
Se l’informatica cala, le telecomunicazioni invece crescono anche se non in misura rilevante. Il comparto ha prodotto, infatti, un giro d’affari di 40,885 miliardi registrando un incremento dell’1,85 in rialzo anche rispetto al biennio precedente dove si registrava una stagnazione (+0,4 per cento). Crescono i servizi (+5,1% a quota 31,9 miliardi) mentre arretra la spesa in apparati il cui fatturato lascia sul terreno l’8,4% per un totale di 8,985 miliardi di euro.
Gli utenti di telefonia mobile a livello mondiale, 2001-2003
Il 2003 è stato anche l’anno sorpasso della telefonia mobile su quella fissa. La prima difatti ha visto un progresso del 6,7% (21,041 miliardi di euro) mentre la seconda arretra del 3% attestandosi a 19,844 miliardi. Diminuisce la fonia fissa (-2,4%), ma aumenta (+19%) la spesa (1,585 miliardi) per l’accesso a Internet. Sul fronte del wireless crescono sia la voce (+8%) sia i servizi a valore aggiunto. Questi ultimi registrano un progresso del 36,3% grazie al gradimento dei messaggi multimediali. Complessivamente la telefonia cellulare ha generato un fatturato di 15,820 miliardi di euro.
I primi mesi del 2004
Assinform nel primo trimestre del 2004 ha registrato che l’aggregato Ict è cresciuto, rispetto al corrispondente periodo del 2003, dell’1,5% a quota 14,332 miliardi. Le telecomunicazioni segnano un rialzo del 2,8% e il giro d’affari ammonta a 9,790 miliardi. Per i personal computer è invece un vero boom. In termini di esemplari venduti, il mercato dei pc è cresciuto in questi primi tre mesi del 22,2 per cento. I notebook crescono del 46,3% sulla scia della trend che vede una sostituzione massiccia dal pc fisso al portatile. I desktop comunque mettono a segno un rialzo dell’11,1% mentre i server con processori Intel o Amd crescono del 12,8 per cento
Il Sole 24Ore Mario Cianflone