Costruzioni in profondo rosso: a settembre nuovo tonfo della produzione (-6,1%)
18/11/2013
Costruzioni in profondo rosso. Il settore dell'edilizia continua da annaspare in una crisi gravissima, che non accenna a mollare la presa. I dati Istat sulla produzione nelle costruzioni relativi al mese di settembre sono eloquenti: l'indice corretto per gli effetti di calendario, a settembre 2013, è diminuito in termini tendenziali del 6,1% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di settembre 2012).
Nella media dei primi nove mesi dell'anno la produzione nelle costruzioni è scesa dell'11,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel mese di agosto lo stesso indice aveva registrato un calo ancora maggiore: -10,3%. Ma è soprattutto la tendenza di medio periodo a destare allarme: prendendo come riferimento i dati corretti per gli effetti del calendario balzano subito agli occhi una serie di dati negativi che iniziano nel 2010 e si protraggono senza interruzioni fino al settembre del 2013. In effetti la crisi economico-finanziaria che ha investito il nostro Paese ha trascinato il settore delle costruzioni nella recessione più grave dal dopoguerra a oggi.
Nel quinquennio 2008-2012 c'è stata una riduzione degli investimenti nelle costruzioni del 26%, con –47% per le nuove costruzioni e -39% per le opere pubbliche: 43 miliardi di euro in meno hanno riportato i livelli di produzione a quelli di 40 anni fa. Dall'inizio della crisi oltre 40mila imprese di costruzioni hanno chiuso i battenti per un totale di 360mila posti di lavoro persi, che arrivano a 550mila se si considerano anche i settori collegati. E senza tener conto degli studi professionali costretti a ridurre i collaboratori.
Per completare i dati Istat su settembre, l'Istat segnala che l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito, rispetto ad agosto 2013, dell'1,8%. Nella media del trimestre luglio-settembre l'indice ha registrato un incremento dell'1,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Infine a settembre 2013 l'indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 2,8% rispetto allo stesso mese del 2012.
Per arrestare la caduta, secondo le imprese di costruzioni, è necessario: 1) liberare le risorse disponibili bloccate da una burocrazie soffocante e da regole disincentivanti come il patto di stabilità interno; 2) valorizzare la qualità italiana del prodotto edilizio; 3) attrarre investimenti privati ridefinendo politiche fiscali che oggi deprimono l'investimento immobiliare rispetto a quello mobiliare; 4) ridare equità ai contratti dando certezza ai tempi di pagamento; 5) riportare le banche al loro storico ruolo di partner degli operatori e delle famiglie; 6) definire una moderna politica industriale basata su credibilità, trasparenza, garanzie reali, qualificazione, merito, professionalità.
FONTE:
Il Sole 24 Ore