Coronavirus, al via la campagna #Mangiaitaliano per difendere il Made in Italy
11/03/2020
Da Il Sole 24 Ore | 09/03/2020
L’iniziativa vuole combattere la disinformazione e gli attacchi strumentali contro i prodotti enogastronomici tricolori
Dopo la crisi della ristorazione a causa del Coronavirus e il video satirico di cattivo gusto francese poi rimosso da Canal Plus, per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale prende il via la campagna #Mangiaitaliano in Italia e all’estero.
A promuovere la difesa del Made in Italy è il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione dell’incontro delle parti sociali con il premier Giuseppe Conte. La campagna nasce per salvare la reputazione dei prodotti enogastronomici, difendere il territorio, l'economia e il lavoro e far conoscere i primati della più grande ricchezza del Paese. Un modo per sconfiggere la richiesta avanzata da diversi Paesi di avere certificazioni sanitarie “virus free” su vini e cibi provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, come anche per arginare una diffidenza spesso alimentata ad arte.
Sicurezza alimentare: primato italiano
L’inziativa, si legge sul comunicato, riguarderà tutti i mezzi di comunicazione a partire dai canali social. L'obiettivo è far conoscere i primati del Made in Italy con l'agricoltura italiana che è oggi la più green d'Europa, con 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio, 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,8%) contro l'1,3% della media Ue o il 5,5% dei prodotti extracomunitari.
L'emergenza Coronavirus con le difficoltà produttive, logistiche e commerciali e i pesanti danni di immagine, ricorda la Coldiretti, sta mettendo a rischio l'intera filiera agroalimentare estesa, dai campi agli scaffali fino alla ristorazione, che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,8 milioni di occupati.