Conti pubblici, stretta del Tesoro

09/01/2009

Benzina, accise flessibili. Irap, blocco al ravvedimento operoso

ROMA – L’aumento dei biglietti ferroviari, il ricorso ai mutui della Cassa Depositi e Prestiti, e c’è chi ipotizza anche l’utilizzo dei fondi Inail giacenti presso un conto corrente infruttifero al ministero dell’Economia. Mentre prosegue la verifica sui conti pubblici, che sarà ultimata all’inizio della prossima settimana, il governo sta già studiando i possibili rimedi per fronteggiare la grave carenza di risorse di Anas e Ferrovie. Che è poi, al di là del deficit fuori linea, il problema più urgente e grave sul tavolo dell’esecutivo. E anche di questo si sarebbe parlato ieri nell’ormai consueto incontro settimanale tra il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa e il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, proprio alla vigilia delle sue prime Considerazioni Finali.

Per mandare avanti l’attività ordinaria e scongiurare la chiusura dei cantieri, Anas e Fs avrebbero bisogno quest’anno di almeno 3 miliardi di euro in più (anche se il reale fabbisogno sarebbe almeno doppio) rispetto a quelli previsti dalla Finanziaria del governo di centrodestra. Il che appesantirebbe il deficit pubblico del 2006 di 2 decimali di punto. Secondo l’Isae, che per inciso partecipa al tavolo di lavoro sulla verifica dei conti, il deficit di quest’anno potrebbe passare dal 4,2%, che sconta comunque uno sforamento del tetto di spesa degli enti locali e dei conti della sanità, al 4,4% del prodotto interno lordo. Secondo l’Istituto quest’anno non si avrebbe comunque nessun progresso nella ricostituzione dell’avanzo primario di bilancio, che rischia anzi di peggiorare dallo 0,5% del pil nel 2005 allo 0,4%. Per poi scomparire del tutto nel 2007 quando, a politiche invariate, il deficit pubblico dovrebbe salire fino al 4,6%.

Domani Padoa-Schioppa dovrebbe fornire una prima informativa al Consiglio dei ministri sull’andamento della verifica sul bilancio che, una volta ultimata, sarà la base per avviare il confronto con la Ue sul programma di risanamento dei conti. Già il 6 giugno, in Lussemburgo, il ministro dell’Economia dovrebbe illustrare i risultati nella sede dell’Eurogruppo. Subito dopo partirà il negoziato vero e proprio. Tutt’altro che facile anche perché, con la Germania che sta rientrando nei parametri a passo spedito, e la Francia che sta facendo di tutto per non sforarli, l’Italia rischia di essere l’unico Paese insieme al Portogallo, nel 2006, ad essere fuori linea. L’obiettivo dell’esecutivo, in ogni caso, è quello di arrivare all’Ecofin dell’11 luglio, che avrà formalmente in agenda il caso italiano, con un Dpef già approvato e con buone chance di ottenere il via libera politico della Ue. Domani, intanto, il Consiglio dei ministri dovrebbe varare i primi provvedimenti operativi sul fronte economico. Scontata la conferma anche per il 2006 del blocco del ravvedimento operoso per l’Irap, che molti potrebbero altrimenti non versare sperando nella bocciatura definitiva della tassa da parte della Corte Europea.

All’ordine del giorno anche il disegno di legge delega per la liberalizzazione del mercato dell’energia, che ha avuto un sostanziale via libera al preconsiglio di ieri. Conterrà anche un nuovo meccanismo che, agendo sulle accise, dovrebbe calmierare gli eventuali ulteriori aumenti della benzina e degli altri prodotti petroliferi.

Fonte:
Corriere della Sera