Consumi ancora fermi a febbraio L’Istat: crolla il prezzo delle case

03/04/2014

La crisi ha gelato i consumi: dal 2007 sono andati persi oltre 80 miliardi di euro e per tornare ai livelli precedenti serviranno fino a 33 anni. E crolla anche il prezzo delle case. È il quadro che emerge dai dati Confcommercio e Istat. 

 

L’indicatore dei consumi Confcommercio registra, a febbraio, una diminuzione dello 0,7% in termini tendenziali e una variazione nulla rispetto a gennaio «confermando l’avvio, in atto già da alcuni mesi, di una fase di stabilizzazione che, però, in assenza di miglioramenti sul versante occupazionale e del reddito disponibile, non riesce ancora a tradursi in una ripresa in grado di far ripartire il ciclo economico». 

 

La dinamica tendenziale dell’indicatore di febbraio riflette una diminuzione dell’1% della domanda relativa ai servizi e dello 0,6% della spesa per i beni. Variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,3%), in beni e servizi per la mobilità (+1,4%, il secondo segno positivo nell’ultimo trimestre) e per i beni e servizi ricreativi (+0,4%). Le riduzioni più significative si sono registrate per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,1%), beni e servizi per la casa (-1,9%). 

 

Secondo Confcommercio, «le perdite subite dal mercato dei beni durevoli sono state tali che, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno dodici anni per riprendere i livelli del 2007 mentre ne serviranno ben 33 anni, cioè nel 2046, nell’ipotesi peggiore. Una ripresa della spesa alimentare all’1% richiederebbe circa 13 anni per un pieno recupero rispetto ai massimi. Un inatteso boom dei consumi totali costantemente al 3%, permetterebbe un pieno recupero prima della fine del 2016. È più un augurio che una previsione». 

 

Sul fronte immobiliare l’Istat certifica il crollo dei prezzi delle case, diminuiti in media del 5,6% nel 2013, dopo il calo del 2,8% segnato nel 2012. La discesa, spiega l’Istituto, è imputabile a una riduzione del 2,4% dei prezzi delle abitazioni nuove (+2,2% nel 2012) e del 7,1% dei prezzi di quelle esistenti (dopo il -4,9% del 2012). Il calo dei prezzi si è manifestato in presenza di una flessione del 9,2% (dopo il -25,8% del 2012) del numero di abitazioni compravendute registrato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Nel solo quarto trimestre 2013, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% nei confronti dello stesso periodo del 2012.  

 

Fonte:
La Stampa