Consob: banche italiane troppo piccole

09/01/2009

La relazione del presidente Lamberto Cardia
«Banche troppo piccole, bisogna recuperare fiducia nel mercato. Bene la collaborazione con i magistrati». Napolitano: «Eccellente»

MILANO – La piccola dimensione dei principali gruppi italiani «continua a essere elemento di strutturale debolezza del sistema bancario italiano». È quanto ha ribadito il presidente della Consob, Lamberto Cardia, secondo cui «la dimensione media dei principali gruppi è largamente inferiore a quella dei concorrenti europei». In un altro passaggio del discorso tenuto in occasione dell’incontro annuale delle autorità con il mercato finanziario, Cardia ha segnalato come problema «la natura dell’integrazione proprietaria tra banca e industria che, a differenza di altri paesi europei, vede una netta partecipazione di società non finanziarie nel capitale delle banche».

REGOLE – Secondo Cardia, recuperare fiducia nel mercato «è necessario e possibile». «La fiducia – ha aggiunto – va sostenuta con processi di sviluppo che si realizzino nel rispetto delle regole: gli operatori nazionali, società e intermediari, sono tenuti a superare logiche puramente conservative per volgersi gli uni al mercato dei capitali, quale strumento di crescita, garantendo trasparenza e correttezza; gli altri a servizi di qualità ad alto valore aggiunto, salvaguardando le esigenze di tutela dei risparmiatori».

MAGISTRATURA – Cardia ha posto poi l’accento sulla collaborazione tra la Consob e la magistratura. «Il rafforzamento della collaborazione – ha affermato – ha consentito un salto di qualità nel contrasto delle violazioni della normativa di settore. In particolare lo scambio di informazioni tra Consob e autorità giudiziaria sono risultate elementi chiave per lo svolgimento di indagini delicate e complesse, quali quelle che hanno riguardato le più note vicende emerse con virulenza lo scorso anno».

CALCIO – Il numero uno della Consob ha dedicato qualche passaggio del suo intervento anche a calciopoli. «Lo scandalo ha evidenziato gli aspetti “critici” della quotazione dei club calcistici – ha affermato – I nodi strutturali che caratterizzano le società di calcio sono venuti al pettine: le specificità normative del settore – agevolazioni fiscali e inusuali deroghe ai principi contabili – non hanno favorito la convergenza verso gli standard informativi del mercato; non si è realizzata l’annunciata evoluzione dell’attività verso assetti idonei a ridurre la dipendenza dei redditi dall’aleatorietà dei risultati sportivi». Cardia ha tenuto a precisare che l’uscita dalla Borsa di queste società richiede un’offerta pubblica d’acquisto totalitaria: «Un’eventuale previsione, per via legislativa, di modalità alternative – ha detto – dovrà tenere nel dovuto conto le esigenze di tutela degli azionisti di minoranza».

AUTOSTRADE-ABERTIS – Cardia è interventuo anche sulla fusione Autostrade-Abertis. «Su questa operazione continua l’attività di vigilanza della Consob» ha sottolineato. «La prospettata fusione tra i due operatori autostradali – ha aggiunto – ha creato tensioni sul mercato. La Consob, per quanto di sua competenza, ha provveduto ad acquisire le notizie necessarie, attraverso i responsabili delle società e degli enti interessati, con l’obiettivo di rendere trasparenti gli effetti dell’operazione sugli assetti proprietari di una società quotata italiana concessionaria di un pubblico servizio».

NAPOLITANO – Ad assistere alla relazione di Cardia c’era anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha giudicato «eccellente » il discorso del presidente della Consob.

Fonte:
Corriere della Sera
03 luglio 2006