Confindustria: «Sul Tfr siamo assolutamente distanti»

09/01/2009

Montezemolo striglia anche i sindacati: «Sempre più stupito del loro silenzio»
Sul Tfr le posizioni sono «assolutamente distanti». A Helsinki per il vertice economico Ue-India, dove rappresenta «con orgoglio» tutta l’industria europea, il presidente della Confindustria vorrebbe parlare d’altro ma le questioni italiane premono. «Mister Padoa? Sorry, i don’t speak italian…», esordisce scherzando Luca Montezemolo. Che poi però spiega: «Sul Tfr, dopo quello che abbiamo detto come Giunta, in Direttivo e poi a Capri, non c’è niente da aggiungere: bisogna trovare una soluzione al problema». Quindi punta il dito contro i sindacati ed il loro «troppi silenzi» e, in perfetta sintonia con l’ex presidente Ciampi, aggiunge che l’Italia si deve dare «un obiettivo», «una missione». Cita l’esempio del paese che lo ospita, la Finlandia, e ricorda che dalla crisi degli anni ’90 qui sono usciti con una politica di crescita incentrata su tre scelte strategiche (ricerca e innovazione, grande dialogo tra governo imprese e sindacati ed una tassazione molto favorevole alle aziende) «ed ora crescono al ritmo del 4% all’anno». E l’Italia? «Rispetto ai paesi europei – risponde Montezemolo – è evidente che oggi l’obiettivo, la mission, la sfida, è la crescita. E vorrei che il paese, a 360 gradi, convergesse su ciò. In fondo noi imprese, quando c’è stato da fare quadrato, da mettere al centro dell’attenzione la lotta all’inflazione o l’euro, la nostra parte l’abbiamo fatta. Allora il paese ha avuto una missione, una sfida, degli obiettivi».

E così dicendo rimanda anche al mittente una delle critiche forse più antipatiche rivolte dal ministro dell’Economia Padoa-Schioppa ai nostri imprenditori, quello di difendere solo interessi particolari: «Mai avuto visioni corporative, abbiamo sempre privilegiato l’interesse generale». Montezemolo ha poi spiegato che «la crescita non può essere uno slogan» e tutto «deve avvenire coerentemente. E anche nel confronto aspro e nel non condividere tante cose ci vuole il massimo rispetto delle istituzioni. Bisogna recuperare questo spirito – aggiunge – questa focalizzazione che io chiamo anche un “sogno italiano”, di sfida. Per portare la qualità del nostro paese nel mondo dopo che l’abbiamo portata in Europa». Per farlo, però, serve «una competitività paese che oggi non c’è» ed occorre che questo sia il focus della Finanziaria.

Il punto dolente sono sempre le troppe tasse, il poco rigore e soprattutto il prelievo unilaterale del Tfr. Che il presidente di Confindustria definisce «un atto forzoso», che «nazionalizza e congela la previdenza integrativa». Con Padoa-Schioppa, dopo il confronto «duro ma serrato» di mercoledì al direttivo, le posizioni restano molto distanti. Ma a suo parere, oggi, c’è anche un problema-sindacati. «Sono sempre più stupito del loro silenzio e della loro timidezza – sottolinea Montezemolo -. Si tratta di denaro che le imprese gestiscono per conto dei lavoratori e in questo modo si toglie loro la possibilità di scelta».

Per questo «io mi sarei aspettato che Confindustria non fosse l’unica a prendere una posizione: su tante vicende ho sentito il sindacato assumere posizioni molto nette, su questa li ho sentiti invece molto distanti». Immediata la replica del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani: «Non si è mai vista Confindustria difendere i lavoratori. E’ chiaro – spiega – il gioco che ci è dietro: si aspettavano una finanziaria diversa che facesse cassa con le pensioni e che tagliasse sul pubblico impiego e sul welfare, una finanziaria del Bengodi in cui potevano prendere a scapito del nostro». Comunque sia, il confronto adesso è aperto e a viale dell’Astronomia intendono affrontalo «con spirito costruttivo». «Il Tfr è importante – avverte il presidente della Piaggio Roberto Colaninno – ma il taglio del cuneo lo è molto di più. Certo, meglio se il prelievo non ci fosse stato». «Vediamo cosa esce dal confronto e dopo prenderemo una posizione» taglia corto Montezemolo che a Helsinki, intanto, incassa il plauso del commissario Ue al commercio estero Peter Mandelson che qui annuncia un cambio nella strategia dell’Europa. Ora si fa rotta con decisione sull’India puntando a chiudere nel giro di due anni un accordo di libero scambio. «Sono contento che abbiate preso la leadership delle relazioni con l’India – dichiara Mandelson seduto a fianco del ministro indiano Kamal Nath -. L’India è molto importante per noi, ci sono molte sinergie potenziali e l’Italia può essere vincente in India».

Fonte:
La Stampa web