Competitività: Montezemolo attacca il governo

09/01/2009

Il presidente di Confindustria accusa: «Le misure previste nel decreto appaiono insufficienti per le esigenze del Paese»

MILANO – Ancora una dura critica al governo. E ancora senza troppi giri di parole da parte del presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo, scontento del contenuto del decreto che si sta preparando per il rilancio della competitività italiana.

Le misure previste, secondo Montezemolo, «appaiono insufficienti non solo per la limitatezza delle risorse disponibili, ma anche per le divisioni che stanno emergendo all’interno del governo sul loro utilizzo». Insieme al Comitato di presidenza e al Direttivo di Confindustria, Montezemolo ha definito i punti di una lettera inviata al governo in cui «sono stati messi fuoco – riferisce un partecipante alla riunione – i cinque-sei argomenti che gli industriali ritengono fondamentali per avviare un confronto serio e costruttivo».

Il leader di Confindustria, ha ribadito poi che «le difficoltà competitive dell’Italia, pur in presenza di una difficile congiuntura che sta investendo tutta l’Europa, hanno bisogno di una concentrazione di sforzi e di risorse, di idee e di progetti, da parte delle istituzioni e delle forze politiche assolutamente diversa da quella messa in campo».
ACCANTONATO IL PIANO MARZANO – Le divisioni del governo, evidenziate da Montezemolo, ci sono. Dopo varie critiche giunte da An e Lega, Berlusconi infatti ha annunciato un «restyling» del piano presentato da Marzano e il ministro delle Attività Produttive aveva manifestato le sue perplessità. Nella mattinata il le perplessità si sono trasformate in bocciatura: sarà il ministero dell’Economia, Siniscalco, a mettere a punto il provvedimento sulla competitività.

Il Piano Marzano? Accantonato. Il nuovo provvedimento che dovrebbe essere pronto in 15 giorni dovrebbe contenere anche lo stanziamento delle risorse per compensare le imprese dallo smobilizzo del Tfr previsto dalla riforma previdenziale. L’incontro interministeriale dal quale è scaturita la decisione è cominciato con un «giallo» legato all’assenza proprio di Marzano. Il ministro è arrivato con due ore di ritardo, dopo una telefonata della presidenza del Consiglio, senza peraltro passare alla riunione ma incontrando solamente il premier. Berlusconi alla conferenza stampa ha spiegato che con Marzano c’era stato «solo un equivoco» e che ora è «tutto risolto» ma anche che per la definizione del documento sulla competitività non si partirà dalla bozza Marzano: «Si partirà da quello che è l’esame di ciò che è stato fatto e di ciò che le parti sociali indicheranno su da fare. Noi nell’incontro con i sindacati di giovedì indicheremo soltanto tre direzioni che sono: la modernizzazione del paese, l’amministrazione pubblica e privata, le nuove tecnologie. Questo secondo noi è il fatto più importante. Poi ci sono le potenzialità del Sud e infine i supporti che potremo dare in termini di sgravi fiscali».

Corriere della Sera
12 gennaio 2005