Cittadinanza, il Senatore Pollastri fa il punto della situazione e chiarisce la sua posizione

09/01/2009

Recife – Salvador Scalia, Presidente del Comites Recife ha trasmesso alle agenzie la nota che pubblichiamo di seguito integralmente attibuita al Senatore Edoardo Pollastri, parlamentare in forza alla maggioranza di governo, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione America Meridionale.

“Con riferimento all’articolo sulla cittadinanza, comparso sulla rivista ‘Veja’ e all’articolo di Imir Mulato dell’Agenzia Brasitalia pubblicato da ‘Oriundi’, nonché alle e-mail successivamente ricevute, desidero chiarire alcuni punti. Qualcuno mi accusa di aver dimenticato il Brasile, ma questa affermazione è totalmente infondata, perché tutta la mia attività presso il Senato e nelle varie istituzioni italiane, il lavoro di informazione e contatti sono un mio personale e costante impegno per valorizzare il Brasile sotto tutti gli aspetti: culturali, sociali , economici. La stessa Ambasciata brasiliana a Roma e molte autorità governative brasiliane ne sono testimoni: senza ombra di dubbio il Brasile non è mai stato così presente in Italia come in questo momento.
Circa il delicato problema della cittadinanza è bene fare il punto della situazione, perché mi pare che si stiano diffondendo notizie confuse e qualche volta prive di fondamento.

La legge in vigore è la numero 91 del 5 febbraio 1992. Attualmente esiste un disegno di legge di iniziativa governativa che prevede grosso modo le seguenti modifiche alla normativa esistente: a) introduzione dello ius soli accanto allo ius sanguinis quali principi di trasmissione della cittadinanza; b) riduzione da 10 a 5 anni per la naturalizzazione dello straniero legalmente residente in Italia; c) riacquisto della cittadinanza senza limiti temporali per chi l’aveva perduta per acquisto di altra cittadinanza; d) riacquisto della cittadinanza da parte della donna che l’aveva perduta per matrimonio con straniero contratto prima del 1 gennaio 1948. Il diritto di riacquisto è esteso anche ai figli nati prima del 1 gennaio 1948, anche se la madre è deceduta; e) requisito dell’integrazione linguistico-culturale in alcuni casi di naturalizzazione previsti dal disegno di legge. Il disegno di legge è ancora all’esame della Camera dei deputati. Ovviamente quando questa legge arriverà in Senato sarà oggetto di profonda e attenta analisi da parte delle varie commissioni interessate e in particolare della commissione Affari Esteri e del Comitato per gli italiani all’estero , appena costituito, organi dei quali faccio parte . In quelle sedi potrò formulare le mie osservazioni e proposte anche basandomi sui numerosi suggerimenti ricevuti e che riceverò. Chiarisco che non sono mai stato contrario all’emendamento presentato dall’Onorevole Merlo circa il riconoscimento della cittadinanza per linea materna per tutti i discendenti, non solo figli, anche se nati prima del 1 gennaio 1948, che mi trova totalmente favorevole, trattandosi di mettere fine ad una ingiusta discriminazione tra uomo e donna.

Tengo particolarmente a sottolineare che la questione della limitazione temporale della discendenza ius sanguinis che tante discussioni ha già suscitato, per il momento non fa parte di nessun disegno di legge e tutte le opinioni espresse in merito sono attualmente solo pura teoria all’interno di un dibattito aperto su un tema particolarmente delicato. Le mie dichiarazioni volevano soltanto spiegare qual è, indipendentemente dai partiti politici, il clima nei due rami del Parlamento orientato a porre una limitazione trovandosi davanti al fatto che decine di milioni di discendenti italiani in linea di principio per lo ius sanguinis hanno diritto ad avere riconosciuta la cittadinanza italiana, fatto che oggettivamente genera dei problemi. Ad esempio l’impatto sulla rete consolare che, con le attuali strutture, impiegherà decenni per smaltire le richieste di riconoscimento. Tutte le problematiche giuridiche connesse sono e saranno materia di un attento esame da parte di giuristi esperti nel corso dell’iter parlamentare. Non esiste, ripeto, alcun disegno di legge o emendamento che preveda alcuna limitazione al principio dello jus sanguinis per il momento e non sarò certo io a presentarlo né a sostenerlo. Ho semplicemente fatto presente, e forse sono stato frainteso, che esiste un orientamento di tutti i partiti per cercare di adeguare la legge sulla cittadinanza alle esigenze ed ai problemi presentatisi negli ultimi anni ed alle nuove realtà, come l’immigrazione o l’integrazione europea . La discendenza jus sanguinis è uno dei vari temi che si inserisce nel dibattito generale sulla cittadinanza.

Comprendo tutte le ragioni di chi è legato all’Italia e vuole che questo forte legame venga riconosciuto, ma ho cercato di essere pratico e di informare i cittadini, spiegando ciò che sta avvenendo nel Parlamento italiano sulla riforma della legge sulla cittadinanza, riforma che comunque, a mio avviso, avrà ampi dibattiti e tempi lunghi. Ben volentieri accetto, ovviamente in forma non polemica, suggerimenti e opinioni che possano essere di ausilio per maggiormente approfondire e valutare questa complessa materia”.

Fonte:
Notiziario NIP – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 138 – Anno XIV, 24 luglio 2007