Cile, la vittoria della Bachelet non dispiace ai mercati

09/01/2009

La Borsa cilena non è certo rimasta sorpresa dalla vittoria di Michelle Bachelet al secondo turno delle elezioni presidenziali. Confermando i pronostici, domenica 15 gennaio la candidata del centrosinistra (la prima donna presidente del Sudamerica) ha infatti battuto agevolmente il rivale Sebastian Pinera, con il 53% dei voti contro il 47%. E certo la sua vittoria non dispiace alla comunità finanziaria perché da lei, entrata sulla scena nazionale come pupilla del presidente uscente (e ancora molto popolare) Ricardo Lagos, ci si aspetta una linea all’insegna della continuità.
“Non credo che il cambio della guardia cambierà molto le strategie per la crescita economica e la lotta alla povertà osserva Lucia Lorenzoni, economista di Mps Finance . Dalle prime dichiarazioni della nuova leader cilena è emerso che continuerà la politica di apertura verso i Paesi asiatici con accordi bilaterali, verso gli Usa e il Canada e intensificherà i rapporti con gli altri stati dell’America Latina.”
Insomma, rimarranno in campo tutti gli ingredienti che hanno portato il Paese, grande esportatore di rame (ma anche di frutta, pesce e vino soprattutto verso gli Stati Uniti) a uscire dalla recessione, a conquistarsi il rating A dell’agenzia internazionale Standard & Poor’s (nell’America Latina è l’unica ad averlo ed in Europa è lo stesso rating che hanno la Grecia e Malta) e a chiudere il 2005 con una crescita economica del 6% (oltre le stime del 5,5%), grazie all’aumento del prezzo del rame (solo a dicembre le esportazioni sono salite dell’11%, rispetto allo stesso mese del 2004, alla quota record di 1,79 miliardi di dollari), ma anche alla crescita dei consumi domestici e degli investimenti. Quanto alla Borsa, nel 2005 l’indice Ipsa (è quello che riflette l’andamento di 40 titoli, paragonabile al nostro Mib30) ha messo a segno un +8,3% in valuta locale (dopo un picco di circa il +20% raggiunto nel mese di agosto, è iniziata una fase di correzione).
Ma quali sono le prospettive di questo 2006 all’insegna della presidenta che prenderà le redini del comando da fine marzo? L’anno è iniziato in modo promettente: la Borsa ha ripreso a salire e se si considera il periodo gennaio 2005 18 gennaio 2006 il guadagno è stato del 15% circa. Per il resto dell’anno l’outlook appare ancora favorevole ma meno di quello che è appena trascorso.
Se dal ’93 a oggi il prezzo del rame è aumentato di ben il 200% sull’onda di una domanda globale sempre più sostenuta, quest’anno, tenendo conto di un rallentamento generale dell’economia mondiale, le previsioni sono ancora di un incremento ma a livelli contenuti (non oltre il 1015%). Inoltre, le stime di crescita dell’economia cilena per il 2006 parlano di un +5% (dunque un punto percentuale in meno rispetto al 2005) e più o meno sugli stessi livelli per l’anno successivo. Tra l’altro, sull’andamento dei consumi domestici e degli investimenti potrebbe avere un impatto negativo la politica di rialzo dei tassi di interesse avviato dal settembre 2004 dal Banco Central de Chile, la Banca centrale locale: dall’1,75% sono passati al 4,5% e secondo le stime, entro la fine del 2006 si potrebbe arrivare al 55,5%. Riguardo alla valuta locale, il peso, nel periodo preelettorale si è verificato un indebolimento ma le attese sono di una sostanziale tenuta nei confronti del dollaro americano.
Nel listino di Santiago spiccano soprattutto compagnie attive nel settore energetico ed estrattivo: la prima per capitalizzazione è la Copec (distribuzione di gasolio, petrolio e prodotti estrattivi) che ha un peso del 12% , seguono Endesa (energia), il Banco Santander ed Enersis (ancora energia). La compagnia statale Codelco, che però non è quotata, è il primo produttore mondiale di rame con un fatturato (2004) di 8,2 miliardi di dollari.

Fonte:
La Repubblica
(sarah pozzoli)