Cile-Brasile, intesa a tutto campo delle economie “forti”

01/08/2009

Roma – Brasile e Cile sono le due realtà economiche più solide della regione latinoamericana e la sintonia tra i rispettivi leader politici sta permettendo il rafforzamento di un’alleanza politica e commerciale che può avere prospettive importanti. Ne è testimonianza l’incontro di ieri a San Paolo tra il capo di Stato cileno Michelle Bachelet e il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che hanno mostrato una perfetta intesa sul fronte politico come su quello economico, garantendosi reciproco appoggio in una serie di iniziative a livello internazionale. Brasilia ha infatti confermato l’intenzione di sostenere la candidatura a un nuovo mandato del segretario generale dell’Osa (Organizzazione degli Stati americani) del cileno Miguel Insulza, così come Bachelet ha ribadito l’appoggio di Santiago all’ingresso nel Consiglio di sicurezza dell’Onu del colosso brasiliano.


Bachelet era arrivata in Brasile accompagnata da una parte del suo esecutivo per partecipare a un seminario d’affari sul commercio bilaterale, che entrambi i leader si sono augurati di poter rafforzare in maniera sostanziale. Lo scambio di merci negli ultimi otto anni è quadruplicato, raggiungendo i nove miliardi di dollari, tanto che il Brasile è il quarto socio commerciale di Santiago, che è il secondo mercato delle merci brasiliane nella regione. La disparità della bilancia commerciale, che pende a favore del Cile in un rapporto di quattro a uno, è stata definita “una vergogna” da Lula che si augurato una crescita delle esportazioni brasiliane. Il leader brasiliano ha inoltre sottolineato come i due Paesi “hanno dimostrato di essere preparati davanti alla crisi economica, scommettendo sul futuro nelle avversità”, precisando che “si deve scommettere sul guadagno, ma producendo e non affidandosi a lotterie magiche”. Nel corso dell’incontro si è discusso anche del “corridoio bioceanico” che collegherà i due Paesi attraverso la Bolivia, in merito al quale i due leader hanno firmato tre accordi.

L’intesa tra i due leader si è manifestata anche nell’invito lanciato agli altri Paesi della regione per l’organizzazione di un vertice dell’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur) che stabilisca una posizione comune in vista del summit delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici di dicembre. Da Bachelet e Lula sono arrivati anche la condanna al colpo di Stato che ha deposto il presidente eletto di Honduras Manuel Zelaya il 28 giugno scorso e l’invito rivolto alla Colombia a discutere dell’accordo militare con gli Stati Uniti nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza latinoamericano parallelo al vertice di Unasur, che si terrà in Ecuador il prossimo 10 agosto. L’intesa prevede che la Colombia metta a disposizione dei militari statunitensi quattro basi nel Paese, dopo che gli Usa hanno dovuto lasciare le strutture di Manta, in Ecuador, per decisione del governo di Rafael Correa. “A me non piace l’idea di una nuova base statunitense in Colombia – ha detto Lula -. Però dato che a me non piacerebbe che Uribe opinasse quel che faccio io in Brasile, non voglio commentare le decisioni di Uribe”. Dal canto suo Bachelet si è augurata che a Quito “si parli con franchezza di tutti questi temi”, dato che “ci sono Paesi che vedono con inquietudine questa situazione”. Erano stati proprio i due leader a spingere per l’ingresso di Bogotà nell’organismo, mentre Uribe aveva mostrato di preferire l’Osa come contesto in cui discutere delle questioni di sicurezza.

Nel corso dell’incontro tra i due capi di Stato c’è stato anche tempo per affrontare tematiche sportive. Lula ha infatti espresso tutto il suo appoggio al Cile affinché possa ottenere l’organizzazione della Coppa America di calcio del 2015, che inizialmente era stata assegnata proprio al suo Paese. Il Cile avrebbe dovuto organizzarla nel 2019, ma Brasilia è impegnata con i preparativi per il mondiale del 2014 e ha preferito “cedere” il diritto a Santiago.
Fonte:
Il Velino
(Matteo Tagliapietra)