Censis: 87% famiglie in case di proprietà, giù gli affitti
09/01/2009
Rapporto sull’immobiliare: più di 3 milioni i nuovi proprietari dal 2001, minimo storico per gli appartamenti in affitto
Roma, 3 apr. – (Adnkronos) – Gli investimenti in costruzioni sono aumentati del 7,8%, con un particolare apporto dell’edilizia residenziale, che incide per circa il 60% sul totale, e ciò a partire dal 2001, un anno di svolta nel ciclo economico mondiale, mentre il Pil italiano è cresciuto in termini reali solo dell’1,4%. La quota di famiglie proprietarie (o comunque utilizzatrici dell’immobile per usufrutto o comodato) ha raggiunto a fine 2005 il valore record dell’87,1% portando al minimo storico l’area dell’affitto e del sub-affitto, quasi dimezzata dal 24,7% del 2001 al 12,9%. Questi sono alcuni dei risultati di Casamonitor 2006 il rapporto sull’immobiliare realizzato dal Censis.
L’incremento in valori assoluti è rilevante, con una stima di 3.029.000 nuovi proprietari, dal 2001, che hanno alimentato un volume di compravendite mai raggiunto in precedenza, ormai ufficialmente quantificato in una media di 750.000 alloggi compravenduti nell’ultimo quadriennio. La spesa media per alloggio è cresciuta -a prezzi correnti- dai 131.000 euro del 2001 ai 196.000 del 2005 parallelamente alla dinamica dei prezzi e alle tipologie di abitazioni acquistate. In termini reali la somma media spesa per l’acquisto è cresciuta del 37,6% in rapporto alla rivalutazione dei prezzi del patrimonio offerto.
”La continuazione di un rialzo di tali proporzioni risulterebbe, oltre che improbabile, anche pericolosa in quanto metterebbe in evidenza il prevalere di tendenze speculative massificate, che costituiscono spesso le ragioni di crisi o crolli improvvisi. Siamo invece in fase di atterraggio morbido e alla ricerca di un equilibrio stabile adeguato alle dimensioni e al benessere presente nel Paese”, ha spiegato Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, commentando i risultati del Rapporto.
Fra novembre 2005 e gennaio 2006 il Censis ha effettuato un’indagine che si è avvalsa delle valutazioni di 266 notai localizzati nei 103 comuni capoluogo di provincia, ripetendo una felice collaborazione già realizzata in anni passati.
Richiesti di un giudizio sintetico sui rischi di una fase critica del mercato immobiliare caratterizzato da una bolla speculativa, i testimoni locali hanno innanzitutto dichiarato la difficoltà ad effettuare una previsione (40%); fra coloro che hanno espresso un giudizio (il 60%), il 54,8% lo giudica come un pericolo inesistente, mentre il restante 45,2% come un rischio reale. Il 16,7% dei testimoni indica una tendenza alla crescita delle compravendite con valori superiori alla media nazionale in alcune regioni meridionali come Campania, Puglia e Calabria, e al Nord in Piemonte e Lombardia; più ampia, pari al 24,4%, è la quota di chi valuta i prezzi in crescita nel 2006 soprattutto nelle regioni meridionali, ma anche in Liguria, Piemonte e Toscana.
Fonte:
IGN Economia