Cellulari, boom (+21,6%) nei Paesi emergenti
09/01/2009
In Sud America trend di crescita alle stelle (+50%). Nokia e Motorola controllano metà del mercato mondiale
di Massimo Donaddio
Continua ad espandersi il mercato mondiale dei cellulari, grazie ad una crescita nella vendite costante e vigorosa. I dati comunicati dalla società di analisi Gartner segnano, per il secondo trimestre dell’anno in corso, un +21,6% di vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (con 190,5 milioni di unità contro 156,6 del 2004).
L’incremento riguarda tutte le regioni del mondo, a parte il Giappone, che ha visto un lieve calo della domanda (10 milioni di unità vendute contro i 10,6 nello stesso periodo dello scorso anno), dovuto principalmente alla saturazione di un mercato che si trova al primo posto in assoluto quanto a consuetudine e familiarità con le tecnologie della comunicazione.
Segnano buoni risultati anche le economie evolute del Nord America e dell’Europa, dove le vendite sono trainate soprattutto da un buon flusso di ricambio dei vecchi modelli e da particolari tipi di offerte promozionali, molto in voga negli Stati Uniti. L’Europa occidentale ha visto le vendite toccare i 37,4 milioni di unità, il 9,9% in più dello scorso anno, mentre le vendite di telefoni mobili in Nord America totalizzano i 35,5 milioni di pezzi, con un incremento pari al 9,4% rispetto al secondo trimestre del 2004.
Crescono a ritmi molto significativi anche le vendite nei mercati emergenti, dove le nuove utenze sono stimolate dai costi in diminuzione. Si segnala in particolare la spettacolare performance del mercato sudamericano, dove le vendite hanno toccato i 25,6 milioni di unità, con un incremento pari del 50% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Brasile e Messico fanno la parte del leone.
Le vendite combinate di Europa orientale, Medio Oriente e Africa crescono del 37% (totalizzando 33,6 milioni di pezzi) trainate da Russia, Polonia, Ucraina, Turchia e Nigeria, mentre il mercato asiatico cresce del 27,5% (48,3 milioni di unità vendute), leggermente meno di quanto ci si potesse aspettare, poiché – spiega l’analista di Gartner Carolina Milanesi – gli utenti della Sud Corea hanno rallentato il ricambio dei vecchi cellulari con i nuovi modelli e in altre nazioni, come l’India, la domanda è calata in seguito a problemi di capacità, alle difficoltà degli operatori nel soddisfare le richieste degli utenti. «Il trend mondiale, comunque, – afferma Milanesi – mostra chiaramente come la gente continui ad avere interesse nell’acquistare un telefonino, nel cambiarlo, nell’andare a caccia dell’ultimo modello, grazie a costi accessibili e alle offerte promozionali. Questi dati rinforzano la nostra convinzione che entro la fine dell’anno i cellulari venduti toccheranno quota 780 milioni».
Per quanto riguarda le principali compagnie, Nokia e Motorola (rispettivamente numero uno e numero due nelle vendite mondiali) hanno rafforzato la propria posizione e da sole raggiungono quasi la metà del mercato planetario di cellulari (49,8%). Nokia incrementa del 2,3% la propria quota, sfiorando il 32% del totale, confermando la leadership sulla piazza sudamericana e balzando al terzo posto in Nord America grazie al nuovo Virgin Mobile. Motorola, invece, cresce bene in Europa occidentale, passando dal quinto al secondo posto nelle vendite.
Globalmente, Nokia ha venduto 60,7 milioni di unità (da 46,3 milioni dello scorso anno), mentre Motorola ha totalizzato vendite per più di 34 milioni di unità (contro i 24,6 del 2004). Si stabilizzano, invece, le compagnie coreane. «Samsung, non focalizzandosi sui telefoni a basso costo, ha mostrato di voler puntare più sui margini che sui volumi», commenta Carolina Milanesi, che rimarca le differenze con la strategia di Nokia e del suo telefonino sotto i quaranta dollari.
Per quanto riguarda la tecnologia dei prodotti venduti, Gartner indica nei telefonini di seconda generazione il principale motore della crescita, mentre gli avanzatissimi telefonini di terza generazione rappresentano ancora una parte minoritaria delle vendite, se si esclude il caso del mercato giapponese. «L’utente – conclude Milanesi – non vede ancora la necessità di acquistare questo tipo di cellulari. Quel che conta di più sono ancora i messaggi e le foto. I sistemi di video telefono, ancora piuttosto costosi, non sono ancora entrati nell’uso quotidiano della gente».
Fonte:
Il Sole 24 Ore
25 agosto 2005