Cdl: bufera sulle elezioni anticipate
09/01/2009
Dopo la pesante sconfitta alle elezioni regionali il centrodestra si interroga sul da farsi. An e Udc temono il logoramento e chiedono al premier le elezioni anticipate. Ma il capo del governo resiste: “Non se ne parla”
Dopo la pesante sconfitta alle elezioni regionali il centrodestra si interroga sul da farsi. E il dibattito si fa sempre più incandescente.
I malumori verso l’attuale modo di guidare la coalizione sono palpabili. Tanto che ieri i vicepresidenti del Consiglio Fini e Follini nell’incontro col Cavaliere hanno chiesto le elezioni anticipate.
Ma questa è un’ipotesi che Berlusconi non intende assolutamente prendere in considerazione. Ne intende avviare verifiche di governo e rimpasti.
Berlusconi arriva alla Camera per la seduta di commemorazione del Papa. Davanti al banco del governo è una processione di deputati della maggioranza. Che si fa? Come se ne esce? Il premier non mostra incertezze: ci rimbocchiamo le maniche, torniamo a lavorare sodo, un anno è lungo, possiamo recuperare. Niente scorciatoie. è lì che, raccontano, Berlusconi avrebbe raccontato: Fini oggi mi ha proposto elezioni anticipate, gli ho detto che sarebbe un suicidio.
Parole diverse, ma stesso contenuto pochi minuti dopo, rispondendo alle domande dei giornalisti alla Camera. Niente elezioni anticipate, niente cambi nella squadra di governo. “Io che cedo il passo a qualcun altro?
Dopo tanto tempo che mi seguite, se me lo chiedete vuol dire che non avete capito nulla di me…”, taglia corto Berlusconi. D’altra parte, aggiunge, gli alleati non discutono la mia leadership. Almeno “non davanti a me… se poi lo fanno alle spalle, bisogna che di premier ce ne sia un altro…”.
La domanda sulla premiership fa riferimento all’incontro della prima mattina, nello studio di Casini alla Camera, con Fini e Follini. Le voci del Transatlantico raccontano sia andato malissimo e che si sia concluso muro contro muro.
Il premier ora offre un’altra versione. “è andata bene, un colloquio piano sui risultati del voto e, soprattutto, sulle prospettive future. Gli alleati irritati con me? Non mi risulta. La delusione, al contrario, deve essere di Forza Italia.
L’avvertimento è stato per tutta la coalizione, ma soprattutto per noi. Gli alleati hanno mantenuto i loro consensi, qualcuno li ha anche aumentati. Se si ragiona, si capisce che non ci deve essere nessuna irritazione”.
An e Udc insistono però nella richiesta di cancellare l’asse del Nord. Un altro tema chiave dell’incontro di Montecitorio. Ma anche qui Berlusconi risponde picche.
“Con la Lega non cambia nulla, le riforme si fanno: dobbiamo portare avanti il programma e concluderlo”. D’altra parte, è la piccola apertura che arriva dopo una telefonata a Bossi a metà giornata, “credo che la Lega abbia fatto tesoro di alcune cose e credo ci sia la massima disponibilità a prendere atto anche delle ragioni della coalizione nella sua globalità. Serve dialogo”.
Sul rapporto con il Carroccio in Forza Italia hanno pochi dubbi. Tanto più dopo le regionali. Il blocco Fi-Lega, spiegano parlamentari vicini al leader, regge bene in alcune aree.
L’ultima cosa al mondo che faremo è allentarlo. Se gli alleati si chiamano fuori, facciano pure: alle elezioni anticipate, però, andranno da soli…
Ma la ferita delle regionali brucia.
E Berlusconi vuole risollevare il morale della coalizione finito sotto i tacchi. “Siamo tutti preoccupati per come sono andate le elezioni. Abbiamo ottenuto il 45,6% dei voti contro il 52%. Ma completeremo la legislatura e sono convinto che recupereremo un ampio consenso: sapranno scegliere tra una democrazia vera ed una democrazia matrigna come potrebbe essere se il potere fosse tutto nelle mani del centrosinistra”.
Uscendo da Montecitorio, il premier cerca di lasciarsi alle spalle il fantasma della crisi che aleggia dalla mattina sulla Cdl. Si va avanti, ripete.
Semmai il problema di governo e maggioranza è “comunicare” di più, far sapere “il tanto che abbiamo fatto”, “rafforzare il collegamento con la gente a livello locale”.
C’è tanto da fare anche in Forza Italia, il premier, “da oggi”, ci si dedicherà in prima persona.
Panorama.it
7/4/2005