Cara salute, quanti sprechi!
09/01/2009
Italiani ingordi di farmaci. E spreconi. Tanto è che per contenere gli sprechi di medicinali è sceso in campo Silvio Berlusconi in persona attraverso una lettera che nelle prossime settimane arriverà nelle case degli italiani.
Un manuale di 80 pagine dal titolo “Pensiamo alla salute, 20 regole per un uso corretto dei farmaci” arriverà dunque nelle cassette postali di 16 milioni di famiglie italiane e sarà corredato da una lettera del primo Ministro.
Una epistula in cui Berlusconi consiglia il corretto uso dei farmaci, di non fare inutili scorte (come pare che sia d’abitudine in Italia) e dà persino delle dritte per la deduzione delle spese sanitarie dalla dichiarazione dei redditi.
Un pensiero gentile, indubbiamente, quello del Presidente del Consiglio, ma sarà solo perché tiene a cuore la salute dei suoi concittadini? Beh!, forse non solo per questo, visto che ben il 96% della famiglie italiane ammette di buttare via almeno 10 confezioni di medicinali ogni anno; circa 1 miliardo di pillole che finiscono nei cassonetti e che costano allo Stato 650 milioni di euro.
E considerando che la spesa farmaceutica costa al Servizio Sanitario Nazionale 12 miliardi di euro, cioè 204 euro pro capite, un contenimento appare allora necessario.
Per evitare impennate della spesa farmaceutica, già il 24 giugno scorso, il governo aveva varato un decreto “salva spesa”. Lo sforamento del tetto di spesa viene ripianato per il 60% dalle aziende farmaceutiche e per il 40% dalle amministrazioni regionali.
La Finanziaria 2005 ha poi innalzato la spesa sanitaria da 81 a 88 miliardi di euro, ma questi soldi non basteranno a risolvere i problemi di esubero.
Ed ecco allora che quest’anno attraverso un emendamento contenuto nella stessa Finanziaria faranno il loro ingresso nelle farmacie italiane le mini confezioni che conterranno un minor numero di compresse utili per l’inizio della cura, i cosiddetti blister.
Un espediente che potrà forse limitare gli scarti degli italiani: secondo l’Osservatorio della terza Età, infatti, ogni anno il 3,3% delle famiglie italiane butta via 10-20 scatole di medicinali, lo 0,7% anche più di 20.
Nella sua lettera, poi, Berlusconi raccomanda di non fare inutili scorte: anche questa un’abitudine da perdere perché dispendiosa per lo Stato. Nel 65% delle case italiane la scorta è composta da 10 scatole di medicinali vari, nel 26% delle famiglie arriva fino a 20. Uno spreco anche perché per un semplice raffreddore non si consumerà un’intera scatola.
Senza poi dimenticare che questi medicinali scadono e il 61,4% degli italiani dice di controllare la scadenza solo ”quando capita”, il 9,6% a cadenza annuale e il 29% ogni 6 mesi.
Insomma, è una cattiva abitudine quella di acquistare medicinali non necessari alla propria salute dimenticandoli poi nel cassetto.
E’ anche vero però che i farmaci, sopratutto quelli di Fascia C, cioè a totale carico dei cittadini, non sono certo a buon mercato: nel 2003 sono stati spesi per acquistare farmaci di questa fascia 5,8 miliardi di euro e 400 farmaci hanno subito sostanziosi aumenti.
ALAN FRIEDMAN
24/1/2005