Cantieri, sbloccati 60 miliardi
07/02/2012
Il rilancio delle infrastrutture per la mobilità (strade, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti) è in cima all'agenda del Governo. Lo ha chiarito ieri a Milano il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, intervenendo alla Mobility conference, la conferenza annuale su infrastrutture e trasporti promossa da Assolombarda e Camera di commercio.
Ad ascoltare Passera, nell'auditorium di Assolombarda, una platea formata da imprenditori, manager e amministratori pubblici; in prima fila, accanto al presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, siede la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
Lo sblocco dei fondi
Entro la fine del 2012, dice Passera, saranno circa 60 i miliardi di euro che verranno sbloccati per realizzare opere infrastrutturali nel Paese. Si tratta in gran parte di lavori già programmati, che devono solo passare alla fase del cantiere. «Il Cipe nelle ultime due riunioni di dicembre e gennaio ha sbloccato fasi di lavoro per 20 miliardi, erano tutti interventi bloccati, alcuni si sarebbero persi come fondi, soprattutto quelli europei – spiega Passera –. Adesso ce ne sono altri 20 miliardi da mettere in moto con le concessioni autostradali e aeroportuali e sono già stati individuati ulteriori 20 miliardi di opere prioritarie, in alcuni casi già cantierabili, che ci proponiamo di mettere in opera nel corso dell'anno. Quando si comincia a parlare di 40-60 miliardi di opere sono punti significativi di Pil», sottolinea il ministro. Il Governo è intenzionato a portare avanti «un'azione senza pace» per lo sblocco dei cantieri. «Paradossalmente il grande ritardo che l'Italia ha accumulato nelle infrastrutture è un'opportunità, un motore di crescita», prosegue Passera. «Investire in infrastrutture oggi ha effetti anche nel breve periodo ed è un paragrafo fondamentale del capitolo relativo alla produttività e alla competitività del sistema, senza la quale le imprese non possono dare il loro meglio».
Passera afferma che «bisognerà intervenire sul tema del contenzioso nelle procedure di appalto che è una grave causa di ritardi e aumenti di costi» e in parallelo «ci sarà un'azione senza pace sullo sblocco dei cantieri, c'è un gruppo di persone che di mestiere fa oggi solo quello, opera per opera, e sbloccano procedure». Su ogni singolo progetto, aggiunge il ministro, «vorremmo creare una specie di trasparenza pubblica, per dire dov'è il progetto, perché è fermo, che cosa si sta facendo».
Passera affronta anche il tema del trasporto pubblico locale. Il Governo, dice in sintesi, «farà di tutto» per consolidare il trasporto pubblico locale in grandi operatori privati perché è fondamentale superare l'«abnorme» diffusione della proprietà pubblica nel settore. «Saremo molto presenti su questo argomento, perché è un tema che tocca tutti gli italiani – dice Passera – e perché si possono creare operatori di prima grandezza che se la possono giocare e perché possono nascere aziende che possono non solo giocarsela, ma possono costituire alcune nuove grandi imprese nel Paese nei prossimi anni».
La leva fiscale
Anche per Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, il rilancio degli investimenti nelle infrastrutture per la mobilità è un requisito indispensabile per affiancare alle politiche del rigore e dell'equità quelle per la crescita e la competitività. Poi Marcegaglia lancia una proposta: «Ragionare sulla leva fiscale anche per supportare e incentivare nuove infrastrutture è un tema interessante».
«Noi – spiega Emma Marcegaglia – vorremmo proprio che maturasse il principio che la fiscalità generata da nuove infrastrutture, quindi una fiscalità nuova, può benissimo essere utilizzata in termini differiti, almeno in parte, per finanziare nuove opere senza che questo incida sui saldi della finanza pubblica». «Siamo sulla buona strada, sono stati fatti passi avanti, dobbiamo continuare», esorta la presidente di Confindustria. Per quanto riguarda il capitolo, importantissimo, del reperimento delle risorse finanziarie, Marcegaglia osserva: «La prima cosa da fare per attrarre investimenti è la certezza del diritto, cioè la certezza delle regole che non cambino in corso d'opera e la chiarezza su quali possano essere i ritorni degli investimenti».
I project bond
In apertura dei lavori, il tema del reperimento delle risorse per finanziarie le grandi opere è stato posto con forza sia dal presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, sia dal vicepresidente con delega alle Infrastrutture, Giuliano Asperti, a cui è stato affidato il compito di svolgere la relazione di base della Mobility conference. Basti pensare che per Brebemi, Pedemontana e Tangenziale Est esterna di Milano, le tre grandi autostrade che dovrebbero essere ultimate in tempo utile per l'Expo del 2015, mancano all'appello ancora 7,1 miliardi, da reperire in gran parte sui mercati finanziari attraverso il meccanismo del project financing. «Ognuno deve fare la propria parte – esorta Meomartini – senza chiusure localistiche, pregiudiziali e rigidità paralizzanti, con l'obiettivo di realizzare le opere necessarie al Paese. E le infrastrutture possono e devono dare un contributo determinante alla ripresa economica del Paese». Asperti tocca un tatso delicato: i project bond. «Nessuno – avverte – pensi che i project bond siano il nuovo bancomat delle infrastrutture. Il recente decreto del Governo fa ben capire che i project bond esigono project financing molto seri e rigorosi. Appaltare un'opera in project financing non significa appaltare un'opera pubblica, ma vuol dire appaltare l'avvio di un'impresa».
Fonte:
Il Sole 24 Ore