Cafezal a Milano. La torrefazione con bar che unisce la cultura brasiliana alla tradizione italiana
24/05/2018
Gambero Rosso
Cafezal a Milano. La torrefazione con bar che unisce la cultura brasiliana alla tradizione italiana
L'italo-brasiliano Carlos Bitencourt ha le idee ben chiare in fatto di caffè. La sua torrefazione milanese, Cafezal, comprende anche un bar in via Solferino, con chicchi di prima scelta estratti in espresso e in filtro. L'obiettivo? Offrire bevande d'eccellenza a metà fra la cultura italiana e quella brasiliana.
L'idea
Italia, Brasile e poi Londra, con la sua vasta offerta di caffè d'eccellenza nei tanti bar di livello sparsi in ogni angolo della città. Il destino dell'ingegnere italo-brasiliano Carlos Bitencourt non poteva che essere nel mondo dell'oro nero. Forte di due tradizioni solide e intoccabili, quella italiana dell'espresso e quella del Brasile, maggior produttore di caffè al mondo, Carlos si riscopre amante della tazzina in Inghilterra, nella capitale britannica che ormai da anni guida la scena caffeicola europea, con torrefazioni e locali di ricerca innovativi e di ottima qualità. È nella metropoli inglese che l'ingegnere vede nascere e svilupparsi il fenomeno della Third Wave, l'ormai celebre Terza Onda del Caffè, quel movimento che ha coinvolto e travolto la maggior parte dei Paesi europei, a cominciare dal Nord, trasformando completamente il panorama dei bar. “Conoscevo la tradizione dell'espresso italiano, una storia dal fascino intramontabile, ma mi sono reso conto che l'Italia aveva bisogno di fare quel salto di qualità che nelle altre nazioni era già avvenuto da tempo”. È da questo desiderio di veder (ri)fiorire i bar italiani che nasce l'idea di Cafezal, torrefazione di Milano che da qualche settimana conta anche un bar in via Solferino. Tutta, naturalmente, incentrata sui caffè specialty, chicchi di prima scelta dall'ampio profilo aromatico tostati a puntino.
Il caffè
Prima regola: nessun blend. Qui si punta sui monorigine, per valorizzare il lavoro dei produttori e fare luce sulle caratteristiche dei diversi Paesi, proprio come recita l'insegna, che in portoghese significa “piantagione di caffè”. “Vogliamo puntare sulle piantagioni, la parte più affascinante di questo settore. Da giugno a settembre, vado personalmente a selezionare i chicchi nei diversi Paesi d'origine. Per ora ho visitato solo il Sud America, ovviamente sono stato tante volte in Brasile, ma ho intenzione di esplorare anche altri luoghi”. Dopo l'ultimo viaggio, un cupping di 60 diversi tipi di caffè, “dopo il quale sono stati scelti solamente 8 monorigine; i migliori”. Tutti estratti in espresso o in filtro, dal v60 al chemex, dall'aeropress al cold brew, senza dimenticare la tradizionale moka, “metodo casalingo a cui sono affezionato, e che può dare buoni risultati se si utilizzano caffè di qualità”.
Il design
In un ambiente curato dai minimi dettagli da Studiopepe, azienda di design che ha reinterpretato la tradizione in un'atmosfera metropolitana con arredi dalle forme morbide e pattern grafici ispirati alla natura, alternati a dettagli in marmo maequinia nero e rame spazzolato. “Abbiamo voluto creare uno stile vintage, ma giocato sui toni più moderni che vanno dal grigio chiaro al blu scuro, con gli elementi in rame che virano sulle sfumature del rosa”. Il packaging e il branding, invece, sono curati da La Tigre, che ha optato per linee semplici ed essenziali che riprendono le forme delle piantagioni di caffè, vere protagoniste del progetto.
L'incontro tra Italia e Brasile
Una torrefazione che ambisce a entrare anche nei ristoranti d'autore e negli hotel di lusso, “spero che clienti di questi calibro capiscano l'importanza di servire un caffè di livello”, ma che soprattutto si propone come punto d'incontro tra Italia e Brasile. “In molti pensano che il Brasile sia solo un Paese di numeri, ma non è vero. C'è tanta qualità, ma a differenza di altri luoghi come la Colombia, che negli anni '90 ha puntato molto sul marketing, il Brasile ha fatto poca comunicazione sui suoi prodotti”. I chicchi speciality, però, sono anche lì, e non solo: “Trovo che i caffè brasiliani siano più vicini al gusto italiano. Danno origine a bevande dall'aroma più rotondo, con sentori di cioccolato, bilanciate e non eccessivamente acide”. È proprio su questo punto in comune che Carlos ha voluto puntare: “Ho un profondo rispetto per entrambe le tradizioni, per cui ho deciso di dare grande spazio ai caffè di questo tipo. Naturalmente, selezionati e lavorati al meglio, ed estratti con la massima cura”.
L'offerta gastronomica
Nonostante il nome, Cafezal è un bar per tutte le ore, anche per una pausa pranzo veloce e gustosa. Niente cucina, ma ricette in vasocottura che cambiano a rotazione, “il locale è piccolino, ma abbiamo voluto comunque realizzare un reparto gastronomico”. Insieme a Carlos, altri due addetti ai lavori, che si occupano di tostare i caffè, “anche se amo molto farlo personalmente, dopo essermi specializzato con dei corsi in Brasile e a Londra” e servirli al bar. Fiore all'occhiello è la selezione di dolci, con lieviti, torte e biscotti artigianali della Pasticceria Giacomo, ma soprattutto le specialità brasiliane e portoghese, fra cui le celebri pasteis de nata, create insieme a un pasticcere brasiliano. Da assaporare con cappuccini, espressi o caffè filtro, brasiliani ma non solo. Per un viaggio andata e ritorno dalle piantagioni a una Milano che continua a riservare nuove piacevoli sorprese ai più golosi. Anche con il caffè.
Cafezal – Milano – via Solferino, 27 – 0262695506 – cafezal.it/
a cura di Michela Becchi
Fonte: http://www.gamberorosso.it/it/news/1047481-cafezal-a-milano-la-torrefazione-con-bar-che-unisce-la-cultura-brasiliana-alla-tradizione-italiana