Cachaca, 3° distillato al mondo, punta l’Italia
12/11/2012
(di Alessandra Moneti)
La conferma alla Casa Bianca di Barack Obama potrebbe essere stata facilitata dalla cachaca, il distillato piu’ popolare in Brasile, e il terzo superalcolico piu’ venduto al mondo, dopo la vodka e il coreano soju Lo scorso giugno e’ stato siglato un accordo fra il Brasile e gli Stati Uniti che riconosce la cachaca come ‘’prodotto tipicamente brasiliano’’, mentre il tequila messicano vanta la denominazione d’origine.
Il riconoscimento Usa, ha detto il capo ufficio Commercio dell’Ambasciata del Brasile in Italia Luis Fernando Machado, ‘’e’ una formidabile arma di distinzione dal rhum per gli operatori latinos che hanno inviato a Obama una edizione speciale della rinomata Cachaca Velho Barreiro Diamond, con un vero diamante in etichetta’’.
Questa ‘’bibidas’’ carioca e’ praticamente sconosciuta in Italia, se non come liquore di base per la capirinha. In Brasile, invece, dopo la birra e’ la bevanda piu’ popolare, con un consumo pro capite l’anno di 6 litri. Questo distillato naturale della canna da zucchero viene prodotto ovunque, da circa 4mila aziende per 1,2 miliardi di litri in totale.
La produzione si concentra in particolare nello stato paulista, e nello stato di Minas Gerais, oggi sede di un importante stabilimento Fiat ma storicamente legato al mondo dei minatori. Un tempo, per mandare gli schiavi in miniera davano loro un litro di cachaca al giorno che li riscaldava, forniva energia per il duro lavoro manuale, toglieva la paura del buio, e funzionava anche da anestetico in caso di incidenti.
Oggi il distillato e’ fortemente radicato nella cultura brasiliana e della sua gioia di vivere. A Fortaleza c’e’ anche il museo nazionale della cachaca, e la squadra campione del Fantacalcio si chiama ‘’Real Cachaca’’ Questo distillato, di gradazione alcolica che oscilla tra i 38 e il 48 gradi (oltre si chiamerebbe aguardente), e’ prodotto tramite alambicchi in rame, perlopiu’ Made in Italy. Esiste in versione bianca ed ambrata, quest’ultima destinata all’export dopo invecchiamento in barrique.
Il Brasile ne esporta appena lo 0,8% della produzione, e la Germania e’ il principale mercato di sbocco, con una quota del 30% degli acquisti. Secondo dati Istat, in Italia, dopo il whisky, e’ il secondo distillato importato, calcolando l’insieme cachaca-rhum. I prezzi oscillano tra gli otto e gli 80 euro, e nella capirinha e’ un ingrediente indispensabile, talvolta insieme al basilico.
Fonte:
Ansa.it