Brasile, tutto aumenta tranne gli stipendi

22/06/2015

Gli ultimi mesi sono stati stressanti per una famiglia di Santos. Ana e Ernesto, genitori di Artur, Rafaela e Alexadre, hanno deciso di dare priorità all’educazione e all’istruzione dei loro figli e per questo hanno investito la maggior parte dei propri risparmi sul loro futuro. Ernesto, proprietario di una società di consulenza di vendita, ha cominciato ad avvertire qualche problema quando le imprese che da sempre gli avevano dato lavoro hanno ridotto le domande. Non solo: le spese diventavano ogni giorno più care, perciò la famiglia intera si è vista costretta a tagliare una serie di spese al fine di mantenere il primogenito all’università, la figlia al corso di tedesco e Alexandre a scuola. Per prima cosa hanno deciso di cancellare le carte di credito e passare dal piano telefonico ad una prepagata, poi hanno ridotto la frequenza dei servizi di pulizia in casa e hanno disdetto l’abbonamento alla tv via cavo. “E’ dura tagliare spese a cui siamo abituati, ma quando i conti aumentano bisogna fare delle scelte”, ci spiega Ana. Il modo in cui sono cambiate le abitudini di questa famiglia di Santos è un esempio di come sono cambiate quelle di tanti brasiliani negli ultimi mesi e di come questi cambiamenti hanno condizionato l’economia brasiliana. Nei bar e nei ristoranti le file si sono ridotte drasticamente. In base ai dati divulgati dalla società Nielsen due brasiliani su tre hanno ridotto le spese relative agli hobbies e ai piaceri fuori casa. Il consumo si è raffreddato riducendo anche il traffico di veicoli commerciali sulle strade.

Persino il traffico infernale di San Paolo è molto meno intenso nelle ore di punta. Sono tutti segnali del fatto che la ritrazione nell’attività econômica è entrata nelle case dei brasiliani  e le famiglie sono state costrette ad agire di conseguenza. “Affinchè il denaro renda al massimo è bene che il consumo sia cosciente, che si separi ciò che è necessário da quello che è pura ostentazione”, spiega William Eid Junior, coordinatore del centro di studi di Finanze della Fondazione Getulio Vargas. “E’ sempre possibile cercare e trovare un ristorante che sia meno caro di un altro”. Insomma, i tempi difficili sono arrivati anche da queste parti. I dati sulle prestazioni dell’economia nel primo trimestre dell’anno mostrano un calo dello 0,9% nel consumo delle famiglie rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta del risultato peggiore dal 2003. Il PIl nel complesso è diminuito dell’1,6%. Se il calendario di dodici mesi finisse a marzo l’economia brasiliana si sarebbe ridotta dello 0,9%. Non ci sono molti dubbi, il Paese è in recessione. La disoccupazione è aumentata, le rendite reali sono in calo. Le difficoltà per le famiglie sono maggiori a causa dell’inflazione. Un paragone tra i prezzi annunciati dai supermercati e dai negozi oggi rispetto ad un anno fa mostra  chiaramente come i costi di alcuni prodotti usati principalmente dalla classe media sono stati rivisti. Per non parlare dell’aumento dei prezzi dell’energia e dell’acqua.

La situazione è ancor più problematica per quelle famiglie che, proprio in virtù del boom della classe media degli ultimi anni, si erano abituate a fare viaggi internazionali, avevano comprato macchine, acquistato prodotti elettronici di ultima generazione, scelto piano di salute e scuole private della migliore qualità. L’ascensione della classe media aveva collocato il Brasile nel radar delle maggiori imprese del mondo. Il governo aveva promosso questo movimento incentivando le concessioni di credito soprattutto per le banche pubbliche. Ma la capacità di spendere del brasiliano è arrivata al suo limite. La disoccupazione è salita, anche se non si sono verificate dimissioni di massa. Il più grande tormento della famiglie oggi è l’inflazione. L’indice in dodici mesi è dell’8,2%, molto al di sopra della meta ufficiale della Banca del Brasile che è del 6,5%. E questo índice non andrà sotto l’8% l’anno prossimo, secondo gli esperti. Molto oltre l’indice di riferimento ufficiale sono statigli aumenti dei prezzi di prodotti e servizi che fanno parte dei consumi della maggior parte della popolazione. Il conto della luce è salito del 60% negli ultimi 12 mesi, il costo di un pasto al ristornate dell’11%  e il piano di salute del 10%.

Allo stesso tempo la rendita media di chi è assunto è scesa del 3%. “Il rincaro di beni essenziali come l’energia elettrica e la benzina sottrae una buona parte dei risparmi domestici. E’ possibile spendere meno con il superfluo, certo, ma non si può risparmiare sull’elettricità”. Questo il parere dell’economista Roberto Baggi della società di consulenza Tendencias. Secondo i calcoli dell’impresa oggi il 67% della rendita delle famiglie è compromesso con il consumo dei beni e dei servizi essenziali e l’altro 30% con il pagamento dei debiti. “La quota di risparmi che resta per il consumo di altri beni è molto bassa. Oltre a questo, la fidúcia delle famiglie ha raggiunto un livello bassissimo e non ci sono prospettive di miglioramento a breve termine. C’è molto pessimismo”, aggiunge Baggi. A San Paolo gli effetti del raffreddamento dell’economia e le sue conseguenze nel quotidiano sono visibili. Il calo nella fatturazione di bar e ristoranti è del 10% rispetto al 2014. Gli hotel hanno registrato un calo delle prenotazioni del 7% quest’anno, secondo il Forum degli operatori turistici del Brasile. Solo il 61,5% delle stanze è occupato, stiamo parlando di una cifra ben al di sotto del 70% storicamente registrato.

Gli esperti del settore considerano che il livello “sano” di occupazione sia del 63%, quel che basta per coprire le spese operazionali di routine. Eventi corporativi che generalmente riempiono gli hotel di San Paolo hanno perso il vigore di una volta. Secondo l’Associazione Brasiliana di Bar e Ristoranti, gli stabilimenti che hanno un valore medio di consumo maggiore di 30 reais hanno già registrato un calo del 7% nella fatturazione di quest’anno. Al contrario le strutture il cui valore medio di consumo è minore di 30 reais hanno registrato un aumento del 3,5%. Chi guadagna in questa crisi sono poi i siti di acquisti collettivi che vendono coupon di consumo con sconto. Il consumatore ha ridotto il numero di volte che va al supermercato e da priorità al prezzo. “Il brasiliano oggi compra meno impulsivamente e pianifica le spese” ci spiega Marco Antonio Giorgi, analista di mercato della Nielsen, specializzata in consumo. “In questo periodo di cambiamenti” spiega Marcel Motta, direttore della società di consulenza Euromonitor, “stiamo pagando il prezzo dell’inefficienza dell’economia, soprattutto perché la rendita media in Brasile è relativamente bassa e tutto da queste parti è molto caro”.

Fonte: Lindro.it