Brasile, rabbia per il carovita nel Paese dove la pizza costa 30 dollari

23/07/2013

Roma, 23 lug. Dall'autobus all'affitto, il costo della vita in Brasile continua a salire, incrementando così i viaggi all'estero dove i prezzi sono nettamente più bassi e alimentando le proteste di piazza scoppiate nell'ultimo mese.

Nel Paese in cui una pizza margherita può arrivare a costare anche 30 dollari e dove il prezzo di una culla per bambini è sei volte quello praticato in America, la consapevolezza dello spreco di denaro da parte della classe politica non fa altro che alimentare la rabbia. "La gente è arrabbiata perchè sappiamo che ci sono i modi per contenere i prezzi; lo vediamo altrove, per questo sappiamo che deve esserci qualcosa che non va da noi", ha detto al New York Times Luana Medeiros, 28 anni, dipendente del ministero dell'Istruzione.

Le proteste delle scorse settimane sono scoppiate dopo la decisione delle autorità di aumentare il prezzo dei biglietti dei trasporti pubblici. Gli abitanti di San Paolo e Rio de Janeiro spendono per i servizi pubblici una fetta molto più consistente del proprio stipendio rispetto a quanto accada a chi abita a New York o Parigi, sottolinea il Nyt, ma anche prendere in affitto un appartamento nelle zone più ambite di Rio è diventato più costoso che a Oslo.

Secondo gli economisti, la principale causa di costi così elevati è da ricercare in un sistema fiscale che colpisce più i consumi che i redditi. E a peggiorare la situazione dei tanti brasiliani delle classe media e bassa sarebbero le scappatoie fiscali che consentono ai ricchi di evitare le tasse sul loro reddito.

Una situazione che porta così molti prodotti fabbricati in Brasile, come le automobili, a costare molto di più rispetto ai Paesi che li importano. E nonostante lo sviluppo registrato negli ultimi 10 anni, che ha favorito un incremendto del reddito pro-capite, il Brasile risulta ancora lontano da Paesi sviluppati come il Canada. E questo appare ancora più chiaro quando un abitante di San Paolo deve lavorare in media 106 ore per acquistare un iPhone, contro le 54 ore di un abitante di Bruxelles, o 39 minuti per comprare un Big Mac, contro gli 11 minuti di un abitante di Chicago.

E così, nonostante l'indebolimento del real contro il dollari, lo scorso maggio i brasiliani hanno speso all'estero 2,2 miliardi di dollari, la cifra più alta mai toccata da quando la Banca centrale ha cominciato a registrare questo dato, nel 1969.

Fonte:
Il Mondo.it