Brasile, Paese del Terzo mondo?

15/12/2008

In Brasile si sente dire spesso, per riferirsi a qualche diavoleria presente esclusivamente in Europa o negli Stati Uniti: esta é coisa de primeiro mundo. Al che l’osservatore piú attento, magari colpito dai progressi tecnologici del Paese verdeoro, si chiede: ma allora il Brasile fa parte del «terzo mondo», dato che al secondo mondo – quello sovietico – non é naturalmente mai appartenuto?

Cominciamo dalla fine: oggi la cosiddetta Teoria dei mondi – quella del Primo, Secondo e Terzo mondo – non esiste piú, soppiantata, sin dal 1990, da quella che riparte le nazioni in Sviluppate, Emergenti – gruppo cui il Brasile fa parte – e Sottosviluppate. Detto questo potremo tuttavia chederci se il Paese, all’epoca della Guerra fredda, avesse effettivamente fatto parte del cosiddetto Terceiro mundo.

E qui occorre fare un passo indietro. Come é noto a molti, l’espressione suddetta fu coniata nel 1952 dal demografo, economista e giornalista francese, Alfred Sauvy, che parlando di tiers monde intendeva riferirsi invero non tanto alle condizioni economiche degli Stati, quanto piuttosto al loro non essere appartenenti ai 2 grandi blocchi, quello americano, e quello sovietico.

Detta formula fu poi usata ufficialmente nel 1955, alla Conferenza di Bandung in Indonesia: in buona sostanza un ampio gruppo di Paesi, prevalentemente asiatici ed africani, escluso comunque il Brasile, si autodenomirano in tal modo, soprattutto al fine di sottolineare – questa volta sí – la propria condizione di grave sottosviluppo socioeconomico.

Negli anni a seguire Terceiro mundo passó ad indicare puramente e semplicemente (e con buona pace di coloro che ne rivendicavano l’etimo originario), i Paesi in via di sviluppo (Pvs), ed in particolare quelli definiti tali dalle periodiche relazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

Oppure, come dimostra la foto che abbiamo riportato in alto, i cosiddetti Paesi non allineati. Va quindi da sé che il Paese sudamericano, a torto o a ragione, e secondo ambedue i significati dell’espressione, é stato fatto rientrare tra i Paesi del Terzo mondo.

Se ne segnalavano infatti le incommensurabili ricchezze naturali, il forte sviluppo industriale, ma al contempo si facevano notare indici di sviluppo umano ancora lontani da quelli dei Paesi sviluppati, nonché coefficienti spaventosi di ripartizione del reddito. E d’altra parte i brasiliani, sotto il profilo strategico-militare, hanno sí mantenuto tradizionalmente ottimi rapporti con Washington, ma senza mai tuttavia stringervi permeanti alleanze militari.   

Fonte:
Brasiliando/Musibrasil
(Francesco Giappichini)