Brasile, Olimpiadi al rallentatore

10/06/2015

Nonostante sia il paese della Samba, della Rumba e del Bossa Nova (tutta musica da ventre e glutei in movimento) in Brasile c’è poco da stare allegri. Mancano meno di 500 giorni alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2016 ma la tensione fuori e dentro i cantieri è arrivata a livelli alti.

“Impianti in ritardo e abitanti imbestialiti” è lo slogan che aleggia nelle vie di Rio in questa pre-olimpiade latina, dove si lavora a ranghi serrati per recuperare il tempo perduto e i ritardi si sommano immancabilmente a polemiche e proteste anche molto violente.

Le questioni da risolvere sono molte, a partire dall’inquinamento della laguna dove avranno luogo le gare di canoa e canottaggio e dove, per il momento, c’è solo cattivo odore e 19 tonnellate di pesci morti recuperati dagli ispettori ambientali. Per rimanere in tema “sport acquatici”, la baia di Guanabara, che ospiterà le gare di vela e wind-surf, sarebbe dovuta essere ripulita almeno per l’80 per cento, invece il governatore di Rio de Janeiro ha fatto sapere che la bonifica non sarà portata a termine prima del 2018. Previsioni da allarme rosso che il Presidente del Comitato Rio 2016 ha prontamente sventato dicendosi certo che, entro la data stabilità per l’accensione della fiaccola, tutto sarà pronto e le gare si svolgeranno in maniera regolare.

Come volevasi dimostrare e come già i Mondiali di calcio avevano anticipato, nell’opinione pubblica c’è un sentimento di forte disaffezione verso questo tipo di eventi a causa dei quali i brasiliani sembrano sentirsi più vittime che orgogliosi promotori: diversi problemi di ordine pubblico hanno attanagliato la città negli ultimi giorni, soprattutto a partire dalle favelas.

I quartieri malandati di Rio sono tornati al centro delle cronache dopo numerosi scontri armati tra narcotrafficanti e polizia militare e nel Complex Alemao, una delle favelas più problematiche, qualche giorno fa è morto un bambino di 10 anni colpito da un proiettile vagante. La tragedia ha scatenato l’ira degli abitanti, alla quale ha fatto seguito quella di molte famiglie brasiliane dell’area ovest di Rio, sul piede di guerra per motivi diversi e strettamente legati alle Olimpiadi: sono state costrette ad abbandonare le loro casa che dovranno essere demolite per permettere il passaggio di una linea di autobus speciali che, nel corso dei giochi olimpionici, dovranno portare 70mila persone al giorno nei vari impianti.

L’obiettivo delle Olimpiadi 2016 è di fare meglio dei Mondiali, non è incluso a quanto pare risolvere i problemi con l’opinione pubblica anche perché le gare olimpioniche non serviranno a sistemare l’economia brasiliana.

Fonte: ItalyJournal