Brasile: nuova legge sull’immigrazione per accogliere lavoratori stranieri specializzati

24/01/2012

Fino a poco tempo fa era abitudine consolidata misurare la potenza di una nazione dal numero di persone che la componevano. Alcuni fra i più grandi stati di oggi nel secolo scorso sono stati meta di flussi migratori senza precedenti. E ancora oggi è possibile scorgerne gli effetti nella composizione della società di questi paesi. Essi sono caratterizzati da una popolazione variegata ed eterogenea sotto diversi aspetti: razziale, religioso ed etnico. I tempi però stanno cambiando ed il criterio della quantità deve lasciare spazio a quello della qualità.

I moderni stati che vogliono affrontare e vincere le sfide che oggi giorno gli vengono poste dalla modernità, devono dotarsi di personale specializzato. Ed in questa direzione si muove il Brasile di Dilma Rousseff, che da qui a pochi mesi varerà un disegno di legge  che favorirà l’immigrazione di personale altamente specializzato, soprattutto dall’Europa.

Il paese nella sua storia recente è stato caratterizzato soprattutto dall’emigrazione. Oggi però le cose stanno cambiando, il flusso comincia ad invertirsi, e dopo 20 anni il paese torna ad essere meta per gli immigrati di tutto il mondo. A tal punto da dover essere obbligato a chiudere le porte alle migliaia di esuli che fuggono dalle estreme condizioni di povertà dei loro paesi d’origine, per cercare gloria in questo paese in crescita.

L’idea è di Ricardo Paes de Barros, coordinatore della “Segreteria dei contenuti strategici” di Brasilia. La volontà è quella di elaborare una legge sull’immigrazione da applicare esclusivamente agli uomini e alle donne che possiedono un elevato bagaglio culturale nei loro campi d’azione. Per questi tecnici ottenere un visto di lavoro sarà più facile, parliamo ovviamente di persone altamente qualificate rimaste senza lavoro a causa della crisi finanziaria che ha investito Europa e Stati Uniti. A tutti gli altri immigrati verrà applicata la normale legge sull’immigrazione.

A chi ha criticato il disegno di legge Barros risponde “E’ necessario definire fin dove può arrivare la nostra generosità, la solidarietà deve avere un limite e va ristretta allo spazio in cui il Brasile è in grado di aiutare”. Effettivamente il Brasile è si un paese in crescita, ma esistono ancora al suo interno strati di popolazione che versano in condizioni di estrema povertà.

Il paese si sta preparando per i Mondiali di calcio del 2014 e per le Olimpiadi del 2016, eventi sportivi questi che saranno la causa di una grande affluenza turistica, inoltre il governo brasiliano stanzierà oltre 500 miliardi di dollari nel suo programma di infrastrutture ed entro il 2020 il Brasile avrà bisogno del doppio degli ingegneri che possiede ora. Senza contare l’enorme importanza che il Brasile ha anche nel campo dell’estrazione del petrolio. È un paese questo che stende un tappeto rosso ai cervelli in fuga da più parti del mondo, e noi italiani di questo ne sappiamo qualcosa. Inoltre degli oltre 3 milioni di emigrati brasiliani che vivevano e lavoravano all’estero nel 2007, oggi ne restano meno di 2 milioni poiché gli altri sono rientrati in patria.

Da qui a poco tempo potremmo assistere ad un déjà vu storico. Oltre sessant’anni fa i nostri italiani andarono in Sud America a cercare lavoro per sfuggire alla povertà. Oggi potremo trovarci ad essere costretti a ripercorrere l’oceano da emigranti, come abbiamo già fatto in passato, e non più da turisti.

 

Fonte:
il levante