Brasile, meno 5 mesi: è il Mondiale dei ritardi. Tra stadi e aeroporti ancora in costruzione
15/01/2014
RIO DE JANEIRO – Il calcio di inizio di Brasile 2014 sarà tra cinque mesi esatti, a San Paolo, dove la squadra di casa incontrerà la Croazia. Ma a che punto sono i preparativi per il Mondiale verdeoro? A sentire le autorità locali tutto fila abbastanza liscio, compatibilmente con l’enormità dello sforzo, distribuito per la prima volta nella storia su ben dodici città sede. Ma non passa settimana senza che i vertici della Fifa facciano ricordare il contrario. Joseph Blatter ha detto di recente che mai nei suoi quarant’anni di esperienza ai vertici del calcio aveva visto simili ritardi. La manfrina va avanti da un paio d’anni, poi finisce sempre con sorrisi e pacche sulle spalle. La presidente Dilma Rousseff ha assicurato che quella brasiliana sarà «A Copa das Copas», il miglior Mondiale di sempre. Vedremo.
STADI – Gli impianti pronti al 100 per cento sono sette su dodici. In sostanza i sei che hanno già ospitato lo scorso giugno la Confederations Cup (Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Salvador, Fortaleza, Recife e Brasilia), più lo stadio di Natal. Manaus, Cuiabà e Porto Alegre verranno inaugurati nel giro di un mese, mentre per Curitiba e San Paolo – stadio nuovo di zecca, dove si è verificato un serio incidente qualche settimana fa – occorrerà aspettare aprile. La Fifa aveva chiesto la consegna di tutti gli stadi per fine 2013. Per effettuare test sul terreno di gioco, controllare il funzionamento delle strutture, le aree destinate alla stampa eccetera. Tutto a rilento anche per i lavori esterni agli stadi, parcheggi, sistemi di trasporto urbano.
AEROPORTI – Il Brasile aveva promesso uno sforzo massiccio per adeguare il proprio sistema di trasporto aereo al mese di fuoco del Mondiale, dove si stima che 500.000 turisti in più intaseranno aerei e aeroporti del Paese. Tranne rari casi, difatti, è impensabile che il movimento di tifosi e atleti possa avvenire con altri mezzi, date le dimensioni del Paese. E anche qui tutto è in ritardo. Sette aeroporti su dodici non hanno nemmeno completato la metà dei lavori previsti. Per alcuni di loro sarà impossibile arrivare in tempo per il Mondiale. A Cuiabà già si sta pensando di montare teli giganti per coprire il cantiere. A Recife serve una nuova torre di controllo, la data di consegna era febbraio 2013. Non hanno nemmeno cominciato a costruirla.
PREZZI – Da mesi ormai è stato lanciato l’allarme sulle speculazioni in atto su prezzi di hotel e biglietti aerei. Il governo ha promesso una task force per evitare abusi, ma si è visto ben poco. Il Brasile è da tempo un Paese caro alle tasche degli stranieri, e chi pensa di visitarlo durante il torneo si prepari ad ulteriori tosature. Davanti ai prezzi raggiunti per alcune tratte aeree nei giorni della Coppa del Mondo, il governo ha minacciato di aprire il mercato domestico alle compagnie straniere, oggi proibito per legge. Ma esperti del settore sostengono che si tratta di un diktat inutile, perché cinque mesi sono pochi per installarsi da zero in un Paese. Le compagnie nazionali sostengono di potercela fare da sole e hanno chiesto all’authority dell’aviazione civile oltre 1.500 voli extra. Vista la precarietà delle strutture e l’affollamento dei cieli è probabile che molti di questi nuovi voli si effettueranno in orari «alternativi» Vale a dire in piena notte.
BIGLIETTI – A causa dell’incertezza su quanti posti saranno disponibili negli stadi ancora da ultimare, la Fifa sta centellinando la distribuzione dei biglietti. L’offerta è avvenuta in più tranche, e la domanda assai superiore alla disponibilità ha richiesto un meccanismo di sorteggio. Poi c’è la minaccia dei proprietari a vita delle poltrone, un caso è quello del Maracanã, dove sono ben 5.000 e risalgono agli anni Cinquanta: esclusi dalle regole Fifa, i soci vitalizi stanno ricorrendo nei tribunali e hanno buone possibilità di veder riconosciuti i loro diritti. Curiosità: due delle tre partite della fase iniziale con meno richiesta di biglietti vedono in campo la Bosnia. La terza è Grecia-Costa d’Avorio, a Fortaleza.
Fonte:
Corriere della Sera