Brasile, l’Eldorado dell’auto
23/10/2012
Brasile, paradiso di spiagge dorate per europei in cerca di una nuova vita, ma non solo.
La sesta economia più grande al mondo è un paradiso anche per i produttori di auto, che in Europa fanno debiti e in Asia, con la frenata di Pechino, rallentano la loro espansione.
Con i campionati mondiali del 2014 ormai alle porte, le Olimpiadi del 2016 e la legge protezionista del governo di Dilma Rousseff, che ha tassato del 35% l'importazione di vetture, agli stranieri conviene costruire direttamente in Brasile, diventando produttori locali e grandi esportatori di auto per l'America Latina.
IL SORPASSO DELLA FRANCIA. Il piatto è ricco: con 197 milioni di abitanti e un Prodotto interno lordo (Pil) in crescita dal 3% al 3,5%, nel 2012 il Paese dei carioca ha scavalcato la Gran Bretagna tra le potenze dei G8 e, nell'arco di un quinquennio, è pronto a superare anche la Francia, classificandosi quinta economia del pianeta dopo Usa, Cina, Giappone e Germania.
Colossi occidentali come Volkswagen (Vw) e Fiat, ma anche costruttori asiatici come Hyundai e Chery hanno messo le mani avanti, programmando massicci investimenti per aprire o ampliare fabbriche a San Paolo.
L'AUTO METTE IL TURBO. L'obiettivo è cavalcare il boom del ceto medio brasiliano, artefice del raddoppio delle vendite di auto che, stime dei produttori alla mano, dal 2010 al 2020 aumenteranno da 3 a oltre 6 milioni di modelli.
Entro il 2015, per gli analisti il Brasile sarà già il terzo mercato di auto dopo Stati Uniti e Cina. Oltreoceano il mondo corre veloce. E i big del settore vogliono correre più veloce di loro.
Guerra di produzione tra i leader Fiat e Volkswagen
Lo storico stabilimento Fiat di Betim, in Brasile.
Si fugge dal declino europeo, per ripararsi in un El Dorado, che non è più soltanto meta e mito di evasione.
In Brasile, i gruppi automobilistici inseriti più solidamente sono Fiat e Volkswagen, presenti nel Paese rispettivamente da circa 40 e 60 anni e, insieme, con una fetta di mercato nazionale che sfiora il 50% delle vendite.
Rispetto al colosso tedesco, l'azienda italiana è ancora in testa per auto commercializzate, in crescita del 10%: nel 2012, 494 mila unità, contro le 482 mila di Wolfsburg.
VOLKSWAGEN SPONSORIZZA I CARIOCA. In compenso, nella produzione di vetture in loco, secondo i dati presentati al Salone dell'auto di San Paolo, con le 828 mila unità del 2011 Volkswagen ha già superato la concorrente di Torino, ferma a circa 754 mila veicoli.
Ma non finisce qui. Per superare il Lingotto, il primo costruttore automobilistico d'Europa ha studiato un piano d'attacco di 3,4 miliardi di euro entro il 2016, tra nuovi prodotti e ampliamento degli stabilimenti produttivi, e l'accattivante iniezione di 6 milioni di euro l'anno della Volkswagen – sponsor della nazionale di calcio brasiliana – al mondo del pallone carioca.
LA NUOVA FABBRICA FIAT. «Lanceremo investimenti aggressivi», ha ammonito l'amministratore delegato di Wolfsburg Daniel Winterkorn alla kermesse di San Paolo, forte del fatto che, dal 2008, la Germania abbia stretto un accordo strategico con il Brasile, nei settori chiave di lavoro, energia e tutela ambientale.
Da parte sua, fino al 2014, la Fiat è impegnata in un investimento di 3,8 miliardi di euro, per costruire una nuova fabbrica a Suape, nel Nord Est del Paese e ammodernare quella storica di Betim, avviata nel 1973, nell'ottica di portare la capacità produttiva a 1 milione di unità.
Anche Bmw, Hyundai e Suzuky in coda per i finanziamenti
(© Getty Images) L'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne con l'allora presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva.
A Betim, nell'ultimo decennio, il Lingotto ha aumentato i suoi dipendenti da 11.600 a circa 15.600.
Mentre a Suape troveranno lavoro circa 4.500 addetti, su un'area di 4,4 milioni di metri quadrati, con un centro per la ricerca e lo sviluppo e uno per la formazione di risorse umane.
Grazie agli incentivi dei governi Lula e Rousseff, per la nuova fabbrica il gruppo torinese godrà di agevolazioni fiscali e finora ha potuto accedere a finanziamenti «fino all'85% su un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro», ha fatto sapere il numero uno di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne.
BMW APRE UNO STABILIMENTO. In Brasile, oltre ai tre stabilimenti produttivi, Volkswagen ha un'officina e, in totale, dà lavoro a oltre 24 mila dipendenti.
Poi vengono gli altri, in coda, ma seriamente determinati a beneficiare delle sovvenzioni di Brasilia. Dopo un inontro con la presidente Rousseff, i vertici di Bmw, competitor tedesco di Wolfsburg, hanno annunciato di voler investire 200 milioni di euro in un nuovo impianto produttivo, pronto ad aprire i battenti nel 2014, per lanciare sul mercato circa 30 mila auto l'anno.
CINESI E COREANI ALL'ATTACCO. In costruzione, ci sono anche le fabbriche carioca dei giapponesi di Nissan e Suzuki, poi i progetti dei cinesi di Chery e Jac Motors e le mire degli agguerriti coreani di Hyundai e SsangYong.
Le cifre sono astronomiche: secondo l'Associazione nazionale dei produttori auto (Anfavea), entro il 2015 gli investimenti complessivi del settore nel Paese supereranno i 17 miliardi di euro. Per un totale di 16 costruttori stranieri che premono alle porte brasiliane dell'Eden.
Martedì, 23 Ottobre 2012
Fonte:
lettera 43