Brasile, imprese vogliono meno tasse
19/12/2008
Benché il risultato del PIL brasiliano nel terzo trimestre venga guardato con soddisfazione, industria, commercio e rappresentanti dei lavoratori affermano che il Paese ancora ha la necessità di liberarsi degli ostacoli che ne rallentano la crescita economica.
Per il presidente della Fiesp (Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo), Paolo Skaf, la Banca Centrale deve ridurre il tasso di sconto come alternativa per stimolare la produzione. Lo rende noto l'ICE.
Parlare di pagare l'1 p.c. in più per il tasso di sconto significa un aumento di 15 miliardi di Reais (circa 5 miliardi di euro) in un anno. Di fronte alle incertezze della crisi, la soluzione più efficace è, secondo le imprese, la riduzione del tasso di sconto; lo ha detto Skaf.
D'altra parte, per il presidente della CNI (Confederazione Nazionale dell'Industria), Armando Monteiro Neto, la compensazione più agile dei crediti tributari delle imprese con il governo e l'eliminazione temporanea dello IOF (Imposta sulle Operazioni Finanziarie) potrebbero dare un maggior respiro al settore produttivo.
Sono questioni che devono essere risolte, ha sottolineato Monteiro, secondo cui il PIL del Brasile subirà una contrazione in questo trimestre e nel primo trimestre del 2009 a causa delle turbolenze dell'economia mondiale. Emilio Alfieri, economista della ACSP (Associazione Commercianti di San Paolo) ricorda che il volume delle imposte sulla produzione è aumentato del 10,1 per cento in relazione al terzo trimestre del 2007 cioè, è aumentato più del PIL.
Questo mostra che il peso delle imposte è ancora eccessivamente gravoso, ha detto Monteiro. Secondo il sindacato Forza Sindacale, per diminuire l'impatto della recessione mondiale in Brasile sarà fondamentale l'intervento del governo. Secondo la valutazione di Joao Carlos Goncalves, segretario generale di Forza Sindacale, il governo dovrà focalizzare le misure anticrisi verso l'incremento delle spese con investimenti in infrastrutture e nel rallentamento della politica monetaria.
Fonte:
www.ice.gov.it
Roberto Rais