Brasile, il mercato dei crediti di carbonio a 1,2 mld USD nel 2012
08/07/2008
Il Comune di San Paolo, a settembre dell’anno passato, ha riscosso circa 13,5 milioni di euro in maniera piuttosto inusuale. Infatti, investitori di grandi istituzioni finanziarie internazionali come Goldman Sachs, ABN Amro e Merril Lynch sono state particolarmente attente all’andamento della Borsa Merci & Futures (BM&F).
Oggetto delle negoziazioni, però, non era la soia, il caffè o altri tipi di commodity, bensì i crediti di carbonio derivanti dalla discarica di rifiuti di Bandeirantes (una zona della città di San Paolo). Cioè, la mancata emissione di agenti inquinanti ha reso alle casse pubbliche dividendi che sarebbero stati impensabili solo alcuni anni fa.
L’asta nella BM&F è stato il primo esempio al mondo del commercializzare crediti di carbonio in una Borsa di Futures ed è stato un momento fondamentale per questo mercato, che è nato con la ratifica del Protocollo di Kyoto a febbraio del 2005. La negoziazione in Borsa ha dato visibilità ai progetti del Clean Development Mechanism (CDM), che hanno permesso che i Paesi del cosiddetto Allegato I (ricchi e industrializzati) compensino parte delle proprie emissioni di gas di effetto serra con progetti di riduzione dell’inquinamento in paesi emergenti. Nel caso di San Paolo, l’installazione di un’impresa termoelettrica nella discarica Bandeirantes ha evitato l’emissione di 808mila tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera.
Il gas metano proveniente dalla decomposizione dei rifiuti organici è stato canalizzato e oggi produce 20 megawatt (MW) di energia elettrica per la città di San Paolo. La banca olandese Fortis Bank NV/SA si è aggiudicata il lotto dei crediti. Secondo lo studio del BNDES (Banca Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale), il Brasile possiede il potenziale per movimentare circa 1,2 miliardi di dollari fino al 2012 in progetti CDM. Se si considera tutto il mondo, il mercato del carbonio ha movimentato circa 5 miliardi di dollari nel 2006. La Cina ha il maggior numero dei progetti di CDM (975 progetti), seguita dall’India (834) e dal Brasile (264).
I progetti relativi alle discariche di rifiuti sono appena uno dei modi possibili in cui si possono generare crediti di carbonio con progetti di CDM. Rimboschimento, iniziative di efficienza energetica e sostituzione di combustibili fossili da fonti pulite nell’industria e generazione di energia a partire dalle cosiddette fonti alternative -piccole aziende idroelettriche, biomassa, solare ed eolica- permettono alle imprese di candidarsi per il riconoscimento dei progetti. Malgrado la burocrazia (i progetti CDM devono passare al vaglio del governo prima di essere esaminati dal Comitato esecutivo dell’ONU che si occupa del problema; un iter che può durare fino a un anno) le imprese vedono il mercato dei crediti di carbonio come una “ciliegina sulla torta” di un’economia dalle basse emissioni di gas inquinanti.
Fonte:
www.ice.gov.it
Roberto Rais