Brasile, grandi marche in difesa dell’Amazzonia
05/08/2009
NEW YORK
Alcuni dei principali marchi internazionali dell’industria calzaturiera, tra cui Clarks, Adidas, Nike e Timberland, hanno chiesto ai loro fornitori brasiliani di cuoio di fermare la distruzione della foresta amazzonica e di adottare entro un anno un sistema di tracciabilità, per fornire garanzie «credibili» sulla provenienza del cuoio. L’iniziativa è stata lanciata dopo la denuncia presentata nei mesi scorsi da Greenpeace contro la deforestazione illegale praticata dai fornitori di carne e cuoio del Brasile.
«Questa decisione è una buona notizia – ha commentato al quotidiano Guardian il ministro dell’Ambiente brasiliano, Carlos Minc – con la pressione del governo da una parte e quella dei consumatori dall’altra abbiamo cominciato a stringere il cerchio attorno ai criminali (ambientali)». Soddisfatta anche Greenpeace, che parla di «un enorme passo avanti in un limitato lasso di tempo».
L’allevamento del bestiame è il principale fattore della deforestazione dell’Amazzonia. «Direi che il 65-75% della deforestazione è determinato dall’incremento delle attività dei ranch», ha sottolineato il ministro. Nel rapporto ’Slaughtering the Amazon’, diffuso da Greenpeace all’inizio di giugno, l’organizzazione ha evidenziato come il numero dei capi di bestiame allevati in Amazzonia sia passato dai 21 milioni del 1995 ai 56 milioni del 2006. Secondo lo studio, dal 1970 a oggi è già andato perduto un quinto della foresta e negli ultimi anni se ne perde in media un ettaro ogni 18 secondi a favore degli allevatori.
L’indagine ha concentrato la propria attenzione su tre aziende brasiliane, Bertin, Jbs e Marfrig, che gestiscono i mattatoi e insieme controllano un terzo delle esportazioni di carne e cuoio. Le tre aziende hanno ribadito la loro estraneità a pratiche illegali di deforestazione, sottolineando a loro volta l’importanza di tutelare l’Amazzonia.
Fonte:
La Stampa