Brasile, diminuisce volume finanziamenti a esportazioni

15/04/2009

Gli esportatori brasiliani stanno vendendo all’estero un volume di merci superiore ai ricavi che ne derivano.

Il flusso medio dei contratti di ACC (Anticipi sui Contratti di Cambio, che sono linee di finanziamento commerciale) è diminuito nel mese di marzo scorso rispetto a febbraio scorso. E' quanto risulta dalla relazione della Banca Centrale, resa pubblica la scorsa settimana, rispetto al flusso di cambio, che continua a essere negativo.

Attraverso gli ACC, gli esportatori incassano in anticipo, in genere fino a 180 giorni, il valore dell’export delle merci in moneta nazionale fissato in divisa. Il flusso medio di ACC per giorno lavorato è passato da 146 milioni di dollari a febbraio a 137 milioni di dollari a marzo. Il recupero nel finanziamento del commercio estero dalla brusca frenata di dicembre scorso è stato lento.

La media degli ACC è stata di 130 milioni di dollari tra ottobre e marzo. Nei quattro mesi precedenti, la media per giorno di lavoro è stata di 196 milioni di dollari. Ciò che accade oggi è il rovescio della medaglia (rispetto a ciò che avveniva prima della crisi), ha dichiarato Darwin Dib, economista di Itaú Unibanco. Le linee di finanziamento sono più care e più scarse, l’orizzonte è sempre più corto e, soprattutto, si sta registrando la diminuzione della domanda globale dell’export di prodotti brasiliani. Per l’economista, oggi l’esportatore invia all’estero più di quanto incassi mentre in precedenza, succedeva il contrario. Prima della crisi, il cliente incassava il valore dell’export in tempi più lunghi, non solo attraverso il contratto di ACC, che è più breve. Il flusso cambiario negativo tende a mantenersi, secondo Dib, a meno che il finanziamento estero non migliori.

La tendenza dovrebbe permanere fino a quando si compensi il volume dei ricavi che gli esportatori hanno anticipato nei tempi migliori. Questa situazione potrebbe durare almeno cinque mesi. Fino a quel momento, questo processo continuerà a drenare liquidità al mercato del cambio. L’uscita di dollari a marzo è stata ancora superiore all’entrata di moneta nord-americana in Brasile. Il saldo è stato negativo per 1,9 miliardi fino al 25 marzo. Vi è stato un piccolo aggiustamento nel corso del mese scorso: fino al 3 marzo, il saldo del flusso di cambio è stato negativo per più di due miliardi di dollari. Nel 2008, nello stesso periodo (15 giorni utili di marzo), il flusso è stato positivo per 7,71 miliardi di dollari. L’aggiustamento del conto corrente degli Stati Uniti sta drenando dai paesi emergenti dollari, i quali sono rimpatriati per i titoli del Tesoro americano, ha detto Marcelo Ribeiro, della Pentagono Asset Management. La diminuzione dei prezzi delle commodities beneficia i conti nord-americani e peggiora quelli dei paesi esportatori, che hanno tratto profitto quando la domanda degli Stati Uniti era alta, ricorda Ribeiro.

Fonte:
www.ice.it – by Roberto Rais