Brasile, aumenta la fascia dei meno abbienti
21/04/2009
La crisi economica è arrivata, per i consumatori e cittadini, a gennaio in Brasile e già si traduce in segnali di impoverimento della regione metropolitana di San Paolo. Questa è una delle principali conclusioni dello studio elaborato dall’economista Marcello Neri, della FGV (Fondazione Getulio Vargas), sulla base dei dati della Ricerca Mensile di Impiego dell’IBGE (Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica).
Negli ultimi anni il Brasile ha vissuto un’esplosione nella crescita della classe C (classe media, con reddito familiare compreso tra 1.100 e 4.800 Reais, cioè tra 360 e 1.600 Euro, secondo il criterio della FGV). L’avanzamento di milioni di persone verso il miglioramento della qualità della vita e del consumo è stata una delle principali caratteristiche del governo Lula.
Dati della FGV mostrano, però, che da dicembre a gennaio di quest’anno la percentuale della classe E (quella con reddito fino a 800 Reais, circa 270 Euro) nella città di San Paolo è passata dal 13,6% al 15,3%. Questa diminuzione interrompe l’andamento verificatosi lo scorso anno.
La classe D (reddito mensile da 800 a 1.100 Reais, cioè da 270 a 360 Euro) è rimasta stabile all’11,9%.
Secondo Neri, i risultati denotano che vi è stata una migrazione di persone dalle classi A, B e C verso i segmenti di reddito inferiore. La percentuale della classe C è passata dal 56,9% di dicembre scorso al 55,5% di inizio anno. Gennaio è il momento in cui la crisi si mostra in maniera più chiara. In precedenza, i suoi effetti erano relegati nell’ambito dei segmenti di reddito più elevato. Non è solamente un problema stagionale. L’inizio dell’anno segna il momento in cui le decisioni imprenditoriali sono state implementate. San Paolo concentra i principali vettori colpiti dalla crisi: l’impiego formale, l’industria ed il mercato finanziario.
Secondo l’economista, l’aumento dei meno abbienti è stato seguito da una minor percentuale nelle classi A e B ovvero le classi più abbienti, secondo la classificazione della FGV.
La percentuale dei consumatori con reddito superiore a 4.800 Reais (1.600 Euro) è passata da 17,7% a dicembre a 17,3% a gennaio. Neri mette in risalto che, tra le regioni metropolitane, San Paolo ha causato i maggiori effetti per i consumatori di reddito più alto poiché questi ultimi stanno perdendo spazio dallo scorso settembre.
Questa crisi colpisce principalmente il lavoratore più qualificato, e la conseguenza è che si sta verificando il fenomeno della migrazione verso le classi di livello economico più basso. Il paese è uscito dalla fase di black out della manodopera per passare alla fase del licenziamento dei più qualificati, ha affermato.
Nelle sei principali regioni metropolitane del paese, più di 500 mila persone sono uscite dalla classe C a gennaio. La percentuale della classe C a San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Salvador, Porto Alegre e Recife è passata dal 53,8% a dicembre al 52,6% a gennaio. Vi è stata una flessione nel risultato. Se il paese ripetesse il risultato di gennaio per nove mesi, perderebbe tutto quello che si è conquistato nel corso degli ultimi 5 anni.
Malgrado il peggioramento di gennaio, Neri afferma che i dati di febbraio non evidenziano un nuovo salto negativo. Ancora stiamo calcolando, è necessario osservare ogni mese. La flessione a gennaio è stata sorprendente.
Per l’economista, questi dati sono direttamente proporzionali alla popolarità del presidente. La ricerca del Data folha di fine marzo ha mostrato una diminuzione del gradimento dal 70% di novembre scorso al 65%. Secondo Neri, i dati dello studio di gennaio, mostrano una popolarizzazione della crisi.
Le classi sociali A e B rappresentano appena il 15% della popolazione. Ora la crisi tocca tutti.
http://www.ice.it/ – by Roberto Rais