Boom in Brasile, il 63% appartiene alla classe media
31/01/2012
Il 63% dei brasiliani già appartiene alla classe media. È quanto ha rivelato un recente studio dell’istituto di sondaggi Datafolha, secondo cui nel 2002 la percentuale era di appena il 40%. A conti fatti, sono oltre 90 milioni di persone (numero superiore alla popolazione tedesca), praticamente un brasiliano su sei con più di 16 anni.
Il risultato – dicono gli specialisti – è riflesso della crescita economica avvenuta nel Paese negli ultimi dieci anni. Il che, tuttavia, non significa omogeneità sociale: la distanza tra benestanti e indigenti continua ad essere elevatissima, tanto che il gigante sudamericano è ancora il secondo Paese con maggiori diseguaglianze (viene preceduto solo dal Sudafrica) dentro il gruppo delle nazioni appartenenti al G-20. Per meglio descrivere il fenomeno, lo studio ha diviso la popolazione in cinque fasce, dalla A alla E, dove la prima rappresenta i più ricchi e l’ultima i più poveri.
Come indicatore, è stato considerato l’accesso crescente ai beni di consumo ritenuti di maggior «conforto» (elettrodomestici, computer e automobili). Il risultato mostra che la cosiddetta classe C è quella che più è cresciuta, allontanandosi dagli strati sociali più poveri (D e E) e cominciando a insidiare le posizioni dei livelli tradizionalmente più agiati (A e B). «L’aumento del reddito, che sembra irrisorio per l’elite, ha rappresentato un’autentica rivoluzione per le classi più povere », ha sottolineato l’economista della Fondazione Getulio Vargas, Marcelo Neri.
Oggi il Brasile è la sesta economia del pianeta e gli effetti beneficiano tutte le fasce della popolazione, ma questo modello di sviluppo parte da lontano. La riduzione della povertà e delle diseguaglianze è stata un cavallo di battaglia del governo Lula (2003-2010), favorita e preceduta dal piano di stabilizzazione economica, conosciuto come Plano Real, iniziato nel 1994 e consolidato durante il mandato delsuo predecessore, Fernando Henrique Cardoso (1995-2002).
Insieme alla crescita macroeconomica e al potenziamento delle politiche di distribuzione del reddito, l’ascesa sociale della nuovaclasse media brasiliana si deve anche alle maggiori agevolazioni di accesso al credito. Nel 2005, solo il 16% degli abitanti aveva un conto in banca.
Oggi gli istituti di credito prestano servizio al60%dei cittadini. Sempre in ambito brasiliano, il pubblico ministero federale di Bahia ha citato lo Stato in giudizio chiedendo un milione di reais (circa 430 mila euro) a titolo di risarcimento danni per una locale comunità indigena.
Secondo il pm, gli indios di etnia Tupinambà – che vivono nella regione compressa tra i municipi di Ilheus, Buerarema e Una – stanno aspettando da 23 anni la demarcazione delle terre e il termine entro il quale il governo doveva pronunciarsi determinando i confini è scaduto da 18 anni. Sul posto vivono circa 4.500 indigeni, che disputano lo spazio con i locali proprietari terrieri.
Fonte:
Quotidianamente.net