Berlusconi – Prodi, il confronto tv si farà
09/01/2009
Silvio Berlusconi rinuncia alla conferenza stampa di fine mandato e si prepara ad affrontare il candidato del centro-sinistra Romano Prodi in un faccia a faccia televisivo. Dagli studi di «Porta a porta» il presidente del Consiglio accetta le condizioni del Professore – che aveva fino ad ora rifiutato il confronto diretto – e si appresta a giocare il tutto per tutto in una sfida all’ultima battuta dal sapore americano (è ancora fresco il ricordo dei confronti Bush – Kerry per la Casa Bianca).
Stando così le cose il faccia a faccia potrebbe svolgersi già la settimana prossima magari già lunedì). Prodi venerdì sarà a Praga, ma il suo portavoce, Silvio Sircana, che condurrà la trattativa con il suo omologo Paolo Bonaiuti, potrebbe restare a Roma. Esprime subito la sua soddisfazione il segretario dei Ds Piero Fassino, seguito a ruota dal leader della Margherita Francesco Rutelli. Le reazioni degli alleati non possono che far piacere a Prodi che, a differenza del suo portavoce, non si era mostrato convinto che Berlusconi avrebbe potuto cedere e che proprio per questo ha giudicato il dietrofront del premier come un segno di evidente debolezza. A questo punto il Professore è convinto che non sarà difficile neanche individuare, insieme al suo avversario, l’arbitro del duello tv: «Lo troveremo assieme – ha assicurato – come abbiamo trovato assieme i giornalisti che ci hanno intervistati a “Porta a porta”».
Dietro alla decisione del presidente del Consiglio, assunta a quanto pare soltanto ieri, la consapevolezza, espressa da alcuni suoi collaboratori, che sia preferibile affrontare Prodi nella speranza di batterlo senza interventi fiume in solitaria, che potrebbero indispettire gli elettori e portare acqua al mulino delle critiche di Prodi. Inoltre il confronto tv potrebbe essere la sola arma a disposizione di Berlusconi per scalfire il vantaggio che diversi sondaggi accreditano al professore bolognese. Proprio per questo motivo, fa notare più di un osservatore, il candidato solitamente in testa nei sondaggi si mostra il più reticente al confronto diretto con l’avversario, come anche l’esperienza delle elezioni politiche del 2001 (a parti rovesciate) ha mostrato.
Berlusconi è consapevole di dover stanare e attaccare pesantemente il suo sfidante per tentare di recuperare il massimo consenso possibile prima del voto: quel consenso che gli è stato negato dal più diffuso quotidiano italiano, il “Corriere della Sera”, che mercoledì, con un editoriale del suo direttore, Paolo Mieli, ha di fatto dato indicazione di voto per il centrosinistra, ritenendo che l’attuale governo non sia stato capace di assolvere i compiti prefissati. Puntuale la polemica innescata, riassumibile con la «contentezza» del Professore, lusingato dall’apertura di credito del giornale firmato da Mieli e la risposta del Cavaliere: «Mieli si è schierato apertamente con il centrosinistra, ma i lettori del “Corriere” già sapevano di leggere qualcosa di simile a l’Unità».
Fonte:
Il Sole 24 Ore
9 marzo 2006