Aviaria, l’H5N1 è arrivato in Italia

09/01/2009

Trovato il virus in due cigni selvatici trovati in Sicilia e in uno in Puglia. E’ un ceppo ad alta patogenicità. Controlli in Calabria

ROMA – Primo caso di influenza aviaria sostenuta dal virus H5N1 in Italia. Il virus è stato trovato in due cigni selvatici morti rinvenuti nei giorni scorsi nelle campagne del Ragusano, in Sicilia. Il centro di riferimento nazionale dipadova ha confermato che si tratta di un ceppo ad alta patogenicità. Il virus è stato riscontrato anche in un esemplare la cui carcassa è stata ritrovata la settimana scorsa nell’oasi di Manduria, in provincia di Taranto. Casi sospetti anche a Vibo Valentia, in Calabria sui quali sono in corso i controlli.

Sono complessivamente 17 i cigni morti su cui sono state fatte, o sono in corso, analisi. Il ministro della Salute Francesco Storace, che riferirà oggi al Consiglio dei Ministri ha vietato la movimentazione di animali vivi per 21 giorni.

SISTEMA DI CONTROLLO EFFICIENTE – «Il sistema di controllo – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanitá siciliano Giovanni Pistorio- ha funzionato perfettamente». «Gli animali – ha detto ancora – sono stati rimossi prima ancora di qualsiasi contatto umano». I cigni selvatici sono migratori arrivati dalla Russia nel Sud dell’Italia. Negli ultimi tempi, a causa del freddo, hanno raggiunto la Sicilia, in particolare il ragusano. Quindici cigni sono stati controllati e non sono stati rilevati problemi di influenza aviaria; sui tre rinvenuti morti, invece, due avevano l’H5N1.

L’ALLARME GIOVEDI’ – L’attenzione degli esperti in Sicilia è scattata giovedì scorso. I due cigni reali morti sono stati trovati nei pressi di Barcellona Pozzo di Gotto nel Messinese e nelle campagne fra Giarre e Riposto nel Catanese. Sono intervenuti subito gli uomini del servizio veterinario regionale che ha compiuto le prime analisi sul posto con il kit portatile. I primi test rapidi hanno stabilito che si trattava del virus influenzale H5. Gli animali sono stati poi rimossi e portati all’ Asl di Catania dove sono stati eseguiti altre analisi che hanno confermato la diagnosi iniziale. I cigni reali sono stati trasferiti successivamente nell’ istituto zooprofilattico di Palermo. Qui è stato ulteriormente scoperto che i due volatili sono morti per il virus influenzale dell’aviaria h5 ceppo N non trasmissibile all’uomo. Oggi in Grecia è stata trovata un’oca selvatica forse positiva al virus dell’aviaria, mentre la Fao lancia l’allarme per il rischio di diffusione del virus in Africa dopo la scoperta di un focolaio in Nigeria.

PIANO PANDEMICO – Contro l’ipotesi di una pandemia che tutti gli esperti, comunque, indicano come probabile entro il 2017, dal 2003 l’organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato a tutti i Paesi di mettere a punto un piano pandemico che l’Italia ha puntualmente redatto in sei fasi. Intanto è stato smentito un caso di contagio umano a Torino

Fonte:
Corriere della Sera
11 febbraio 2006