Aviaria, Fao: in Turchia il virus potrebbe diventare endemico

09/01/2009

Appello ai paesi confinanti con la Turchia: mantenete alta la vigilanza. Oms: al momento nessun contagio da uomo a uomo

ROMA. In Turchia il virus altamente patogeno dell’influenza aviaria H5N1 potrebbe diventare endemico e rappresentare un serio rischio per i paesi vicini. È l’avvertimento lanciato oggi dalla Fao. «Il virus potrebbe diffondersi nonostante le misure di controllo già prese», ha detto Juan Lubroth, esperto FAO di salute animale.

«Se non si riuscirà ad isolare i luoghi dove il virus aviario è al momento presente vi sarà un’esposizione al virus degli esseri umani e degli animali ancora maggiore», ha aggiunto. La Fao – informa una nota dell’organizzazione delle Nazioni Unite per L’Alimentazione e l’Agricoltura – ha fatto appello ai paesi confinanti, all’Armenia, all’Azerbaigian, alla Georgia, all’Iraq, all’Iran e alla Siria, perchè mantengano alta la vigilanza, applichino le misure di sorveglianza e di controllo ed assicurino che l’opinione pubblica sia bene informata sui rischi dell’influenza aviaria.

La FAO ha inviato un team di esperti i Turchia per aiutare le autorità a contenere la malattia. «La Turchia – ha aggiunto Lubroth – deve mettere in atto una campagna di controllo coordinata a livello centrale che copra l’intero paese, basata su interventi a livello locale efficienti attuati in modo trasparente. I casi di infezione devono essere segnalati immediatamente e nelle zone dove si sono manifestati i focolai epidemici devono essere applicate tutte le misure di controllo raccomandate a livello internazionale, quali l’abbattimento del pollame, l’ isolamento e, quando indicato, le vaccinazioni».

I servizi veterinari – si legge in una nota della Fao – devono avere tutto il sostegno politico e le risorse finanziarie necessarie per essere in grado di indagare a fondo e segnalare ogni possibile sospetto di influenza aviaria. Essi dovrebbero anche assicurare che tutti coloro che posseggono polli nelle regioni più a rischio siano ampiamente informati sui sintomi della malattia e sulle misure di controllo che è necessario prendere.

Tutte le comunità rurali che allevano pollame devono essere coscienti della minaccia che la malattia rappresenta e seguire buone pratiche igieniche ed agricole per arrestare l’entrata del virus nei loro allevamenti e, nel caso fosse individuata la malattia, evitare l’esposizione degli esseri umani al virus. «La segnalazione immediata da parte di coloro che posseggono pollame rappresenta la migliore tutela della salute della popolazione», ha detto Lubroth. Dovrebbe cessare – ammonisce la Fao – ogni movimento di pollame nelle aree dove si sono manifestati focolai, se non consentito dai veterinari.

I regali di pollame in occasione di festività rappresentano un grande rischio di diffusione del virus. Ogni villaggio dovrebbe rafforzare le misure di biosicurezza e controllare strettamente i movimenti del pollame per evitare qualsiasi contatto tra i vari allevamenti. Secondo la FAO, queste misure aiuteranno le campagne di controllo a livello provinciale e nazionale e contribuiranno ad evitare il diffondersi del virus nei villaggi.

OMS: AL MOMENTO ANCORA NESSUN CONTAGIO DA UOMO A UOMO
Il direttore regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità Marc Denzon ha ribadito oggi che fino a questo momento non c’è stato contagio tra uomo a uomo del virus dell’influenza aviaria. «Non c’è stata trasmissione da uomo a uomo con una mutazione del virus fino a questo momento», ha detto Denzon nella conferenza stampa in corso ad Ankara, ribadendo quando l’Oms aveva già detto ieri.

Fonte:
La Stampa