Assocamerestero per la Ristorazione Italiana nel mondo
09/01/2009
Firmato un accordo tra il Presidente Pollastri e l’ARDI. Obiettivo: l’identificazione e la promozione del ruolo della “Ristorazione Italiana” all’estero, e delle possibili iniziative da adottare per la qualificazione dei ristoranti italiani autentici nel mondo, anche in collaborazione con la rete delle CCIE
Ristoranti italiani all’estero a marchio “dop”. È quanto vuole fare ARDI, l’associazione dei ristoratori che operano fuori dai confini nazionali costretti a subire – proprio come avviene per molti prodotti agroalimentari – la concorrenza sleale delle “finte” insegne italiane. Un progetto di tale portata ha però bisogno della collaborazione e del sostegno di enti e istituzioni internazionali. Agli accordi già stretti in passato con il Ministero delle Politiche Agricole, di quello degli Italiani all’Estero e con l’Istituto del Commercio Estero e Buonitalia spa, andrà ora ad aggiungersi quello con il sottosegretario al Ministero dell’Università e ricerca scientifica, Nando Dalla Chiesa, e con Edoardo Pollastri, Presidente di Assocamerestero, l’organismo che riunisce e rappresenta le Camere di commercio Italiane all’Estero (CCIE).
È quanto emerso dalla tavola rotonda “Ristorazione Italiana nel Mondo, una grande opportunità: progetti o utopia?”, che si è svolta nell’ambito di Miwine, l’Esposizione Professionale di Fiera Milano, specializzata nel settore del vino e dei distillati. All’evento ha partecipato anche la senatrice Antonella Rebuzzi, che si è assunta l’impegno di co-firmataria assieme a Pollastri, di una proposta di legge per il riconoscimento di un marchio di qualità.
“Per realizzare un simile progetto – ha commentato Nando Dalla Chiesa – ci vuole una vera e propria legge. Una ristorazione di qualità non può prescindere dall’alta formazione gastronomica, un’istruzione superiore che equipara la scienza culinaria alle arti culturali al pari di quelle letterarie, pittoriche e musicali. Per questo motivo penso di costruire una rete operativa con il coinvolgimento di altri Ministeri e con la collaborazione degli Istituti di cultura italiana all’estero, cominciando da quelli presenti nelle principali capitali”.
La ristorazione italiana all’estero muove un giro di affari di oltre 35 miliardi di dollari, dà lavoro a circa 850.000 persone delle quali ben 330.000 sono di origine italiana. I ristoranti cosiddetti italiani sono circa 70.000, ma di questi solo il 40% effettuano una vera ristorazione in rappresentanza del Bel Paese. Per questo motivo già da anni la FIPE ha lanciato il marchio ARDI, una vera e propria garanzia per il consumatore internazionale.
“È un accordo molto importante – ha dichiarato Edi Sommariva, segretario generale di ARDI – perché grazie alla presenza e alla solidarietà del mondo politico, la nostra associazione potrà essere più vicina ai tanti connazionali operanti nel mondo. Potremo così aiutarli ad avere successo in mercati non sempre facili”.
Assieme ad Assocamerestero, verrà realizzata una banca dati per promuovere al meglio le attività di marketing e per valorizzare i veri ristoranti italiani nel mondo il tutto in un’ottica di diffusione e di conoscenza della cultura italiana sulle produzioni alimentari con particolare riferimento alle cucine e alle tipicità regionali. Si tratta di costruire rete organizzativa di assistenza e di riferimento per le imprese di ristorazione italiane nel mondo.
“Nei prossimi giorni – ha precisato il Presidente di Assocamerestero Edoardo Pollastri – porteremo il testo dell’accordo ai nostri Organi per definire i contorni operativi e per coinvolgere in una prima sperimentazione il maggior numero possibile delle nostre Camere. Sono convinto che i ristoranti italiani all’estero, nati dal processo di emigrazione del secolo scorso ma anche da un rinnovato e recente interesse verso tale attività, facciano oggi parte di diritto di quelle nostre ‘business community’ che hanno assunto nel mondo un ruolo e un peso straordinari”.
Fonte:
Italplanet