Almaviva raddoppia con Brasile e Cina
09/01/2009
DANIELE AUTIERI
San Paolo, la porta commerciale del Brasile, si apre per lasciare entrare il Gruppo Almaviva, leader italiano nell’informatica e nei servizi di contact center. Nella metropoli che conta il numero più alto di imprese al mondo, dopo le grandi città americane, l’azienda italiana guidata da Alberto Tripi ha inaugurato in questi giorni un nuova sede.
Il sito si aggiunge a quello già operativo a Belo Horizonte e insieme ad esso va a costituire la spina dorsale delle attività sudamericane di Almaviva do Brasil, la controllata del gruppo fondata nel 2006 e impegnata nel business dei call center, che prevede di arrivare entro la fine del 2008 ad un organico di 5.000 unità – dai 2.600 circa attuali ed ad un portafoglio ordini ampio e diversificato.
Una volta attraversato l’Oceano, la grande scommessa di Almaviva è infatti quella di ampliare con nuovi clienti l’originario legame commerciale con Tim Brasil e competere nel mare aperto dei grandi player internazionali. Una scelta che ha già portato i primi significativi risultati.
Ad affidarsi al gruppo italiano sono stati infatti in questi mesi l’operatore di telefonia mobile Claro (al quale vengono fornite attività di teleselling su tutto il territorio nazionale); l’istituto di credito Banco di Minas Gerais, supportato nella vendita di prodotti finanziari; l’operatore di telefonia fissa GTV; la società telefonica Embratel e il la compagnia finanziaria Losanga, specializzata nel recupero crediti.
Sono questi i punti fermi di un processo di internazionalizzazione che non si limita al Brasile, ma attraversa il globo passando per la Tunisia e approdando in Cina dove il gruppo di Tripi ha siglato una partnership per la nascita di una società a capitale congiunto con la CCID Tong Call Center, il più grande operatore cinese nel settore IT e media consulting. L’operazione prevede il progressivo lancio sul mercato di una serie di applicazioni Ict all’interno di 11 province cinesi.
Quella dell’internazionalizzazione è una delle tre direttrici lungo le quali si snoda il posizionamento strategico di Almaviva. Nata nel giugno 2005 con l’acquisizione da parte del Gruppo COS della Finsiel (da Telecom Italia), la holding gioca la sua seconda partita decisiva nel processo di integrazione, gestito direttamente da Marco Tripi, amministratore delegato e figlio del presidente.
Integrare le attività di contact center di COS con i servizi informatici di Finsiel è stata fin dall’inizio la scommessa più ambiziosa per un gruppo che conta 15mila dipendenti e un fatturato 2007 non ancora ufficializzato ma che dovrebbe aggirarsi sui 660 milioni di euro. L’anno scorso la famiglia Tripi e il socio di minoranza Interbanca hanno destinato 100 milioni di euro (“nessuna società del settore ha fatto fronte a un impegno così consistente”, commenta Alberto Tripi) per favorire la crescita, rilevare partecipazioni delle banche socie di Almaviva Finance, e stabilizzare i precari.
Il nodo di Almaviva Contact, il più grande call center europeo, è stato sciolto con l’assunzione di 6.300 lavoratori a progetto. In ambito più strettamente industriale, invece, Almaviva ha partecipato (con un investimento di 36 milioni) al Raggruppamento Temporaneo di Imprese che ha vinto la gara nazionale per la gestione e lo sviluppo del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), una maxicommessa dal valore di 1 miliardo e 300 milioni di euro.
Un capitolo centrale, al quale non è stata ancora scritta la parola fine, è invece quello che riguarda la gara per la gestione dei servizi informatici delle Ferrovie dello Stato, in mano ad Almaviva attraverso TSF, la società controllata al 61% dal Gruppo di Tripi. La commessa da 1 miliardo di euro, inizialmente aggiudicata a Sirti, è stata rimessa in ballo dal Consiglio di Stato che ha annullato la gara obbligando le Ferrovie a ritornare ai blocchi di partenza, ma la collaborazione tra l’azienda di Mauro Moretti e Almaviva è ripresa in piena armonia.
Il processo di integrazione, guidato da Marco Tripi, si regge su un modello funzionale che concentra le attività in quattro divisioni, una Service Line IT, e in alcune società chiave (Almaviva Contact, Almaviva Consulting, Almaviva Finance).
Un’integrazione che vive e si alimenta seguendo la mission originaria del gruppo, che offre a Pubblica Amministrazione, banche, imprese, utilities, difesa e sicurezza, una serie di servizi e soluzioni tecnologiche sul fronte dell’informatica e del contact center.
In questa strategia di offerta al mercato si collocano le esperienze presentate all’ultimo Forum PA da clienti come Consip (per il Bilancio pubblico), ministero degli Affari Esteri (per il Consolato digitale), Polizia di Stato, Guardia di Finanza e l’Inps con l’assistente virtuale Vicky. A questi si aggiunge l’impegno per il Comune di Milano dove Almaviva gestisce insieme a Telecom il call center “020202” che si sta già iniziando ad organizzare in vista dell’Expo 2015.
Questi progetti sono elaborati nella nuova sede ipermoderna del gruppo, inaugurata a marzo nella zona commerciale romana della Bufalotta tra aree verdi, wifi, collegamenti in fibra ottica e torri in acciaio e vetro dal nome Galileo, Leonardo e Marconi. Una cittadella dell’innovazione molto simile a un campus della Silicon Valley, che Alberto Tripi ha intenzione di chiamare Technocity.
Fonte:
La Repubblica