Alitalia, Toto prepara l’Opa sul 100%

09/01/2009

È semplice il piano di Carlo Toto per salvare Alitalia. Perché riparte da dove la compagnia di bandiera ha fatto dietrofront negli ultimi anni, ossia il lungo raggio. Ma la novità è che a fianco di Air One, finalista con Air France per rilevare Alitalia, ci saranno le banche (Intesa SanPaolo, Nomura, Morgan Stanley e l’advisor Goldman Sachs), pronte a entrare nel capitale di Alitalia, e forse anche il viatico di un’Opa.
Toto scopre dunque le carte su Alitalia e a sorpresa compare l’ipotesi Opa:secondo quanto riferito ieri da fonti sindacali, Ap Holding, il veicolo usato da Toto per la gara Alitalia, punta al 49,9% di Alitalia, tutta la quota in mano al ministero dell’Economia e nell’azionariato potrebbero entrare anche gli istituti di credito con quote di minoranza. L’imprenditore ha comunque spento sul nascere qualsiasi speculazione, dichiarando che «l’Opa la decide chi vende »: Toto ha ripassato la palla al Tesoro, senza escludere a priori la possibilità di un’offerta. Una mossa orientata a far pendere ancor più a favore di Air One la scelta finale del Governo ( oggi è previsto un vertice di Governo a Palazzo Chigi mentre ieri sera l’ad di Alitalia Maurizio Prato si è recato dal premier Romano Prodi) e quella di Alitalia, al cda di domani.

Toto, comunque, non sembra aver bisogno di accattivarsi simpatie perché ieri ha già incassato l’appoggio del mondo industriale e di parte di quello istituzionale: a fianco del progetto Air OneAlitalia è sceso in campo in prima persona Luca Cordero di Montezemolo dando la sua benedizione alla cordata tricolore: «È la soluzione migliore. Mi sembra ci sia una grande banca italiana di dimensioni internazionali come Intesa, importanti banche estere e un imprenditore che ha dimostrato di saper fare il suo mestiere come Toto con Air One». Per il presidente di Confindustria ci sono tutte le condizioni «per fare una buona operazione per l’Italia e l’Alitalia e a cui tutto il sistema Paese deve contribuire ». E per una volta anche Silvio Berlusconi e sindacati si sono trovati dalla stessa parte: secondo l’ex premier Alitalia «deve rimanere italiana», mentre Cgil e Cisl e Uil, nel chiedere un incontro a Prodi prima di decidere chi sarà il partner strategico per la compagnia, hanno invocato una «soluzione italiana». Dal canto suo Toto se ne compiace: «C’è il sentore che la soluzione italiana sia quella che ha senso». Posizione rafforzata ieri dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, che dopo l’incontro con Jean Cyril Spinetta ha confermato il giudizio negativo sul piano di Air France.

Assodato che c’è un consenso di fondo verso Toto, il nodo è testare sul campo come Air One traghetterà Alitalia fuori dalla crisi per arrivare, come prospettato dal piano industriale presentato, al pareggio nel 2009 e all’utile nel 2010: per farlo Toto punta molto sul lungo raggio e sul recupero di efficienza. Per le compagnie aeree tradizionali, sempre più schiacciate dall’aggressiva concorrenza del low cost, sono i voli intercontinentali che danno margini e mercato: l’asso nella manica di Toto sono i 90 Airbus A320 che Air One porterà in dote e grazie ai quali ammodernerà la flotta di Alitalia con l’obiettivo di arrivare a 222 aeromobili di cui 40 sulla lunga distanza. Le rotte internazionali sono da sempre il pallino di Toto e così Air One spera di vincere l’offerta della ben più granitica e accreditata Air France (23 miliardi di ricavi e utili superiori all’intero giro d’affari di Air One, pari a 612 milioni nel 2006). Toto promette di aprire 11 nuove destinazioni sul medio- lungo raggio e visto che Lazio e Lombardia coprono due terzi della domanda di voli intercontinentali c’è dunque spazio per tenere in vita entrambi gli hub di Fiumicino e Malpensa.

Gli analisti aspettano di vedere in concreto i dettagli del piano di turn around: «Il progetto finora sembra molto soft perché mira a tenere in piedi due hub e prospetta tagli occupazionali molto più contenuti rispetto al piano francese». Le persone coinvolte dal processo di ristrutturazione, per la parte core business, sono complessivamente 2700, di cui 1600 saranno gestite tramite il ricorso ad ammortizzatori sociali mentre nel settore no core le persone interessate sono circa mille di cui 700 con ammortizzatori sociali. Sulla carta Air One vuole investire 4 miliardi dal 2008 al 2012, di cui 1,5 in aumento di capitale. Le risorse serviranno al rinnovo della flotta, mentre sul versante di Az Servizi, dove si concentra metà della forza lavoro, Toto ha in mente di valorizzare manutenzione e handling.

Fonte:
Il Sole 24 Ore