Alitalia, torna l’interesse di Air France-Klm
09/01/2009
Il nuovo presidente di Alitalia sta cominciando a entrare nel vivo delle decisioni che riguardano il futuro di Alitalia. Maurizio Prato da una parte sta avviando le iniziative per scegliere gli advisor: con tutta probabilità si avvarrà di un partner bancario, ma non cercherà un consulente industriale come il ministero dell’Economia ha fatto con Bain&Company. Dall’altra sta cominciando a prendere contatti con i potenziali compratori: con alcuni, in particolare coloro che erano nella fase finale della precedente gara (in particolare Tpg, MatlinPatterson e AirOne-SanPaoloIntesa e forse Aeroflot), la data per un incontro è già stata fissata per fine agosto. Ma i pourparler sono iniziati anche con le compagnie aeree che sinora erano rimaste fuori, come AirFrance e Lufthansa.
«Restiamo attenti al dossier Alitalia. Se saremo contattati ascolteremo», ha confermato ieri Pierre-Henri Gourgeon, numero due di Air France-Klm, rispondendo alle domande degli analisti durante la presentazione dei conti trimestrali della compagnia. «Abbiamo effettivamente notato tutti – ha aggiunto – quello che ha detto il nuovo presidente di Alitalia (Maurizio Prato, ndr), che avrebbe preso contatto con certi colleghi di altre compagnie interessate ad Alitalia».
Nel fare questa affermazione Gourgeon si è tradito: Prato sinora non ha rilasciato alcuna dichiarazione, tanto meno hai mai detto che avrebbe contattato qualcuno. Perlomeno non pubblicamente: quello che è avvenuto è che probabilmente il neo presidente ha avviato, magari tramite intermediari, contatti in via riservata. «Su Alitalia – ha detto il manager francese – c’è stata una gara che è durata sette mesi e che il Governo italiano ha dichiarato infruttuosa. Noi abbiamo sempre detto che non desideravamo rispondere a questa gara, perchè le condizioni non ci convenivano. Noi siamo un partner storico di Alitalia, perchè fa parte di Sky Team e con lei abbiamo significativi rapporti sul piano economico. Quindi restiamo assolutamente attenti». Quanto alla cessione di Iberia, Gourgeon ha mostrato cautela: «è un dossier che guardiamo tra gli altri».
I due fronti su cui è impegnato Prato (oltre alla predisposizione di un piano industriale di transizione), dunque la selezione dell’advisor e il primo confronto con i compratori, in verità si intrecciano. Il presidente deve orientare la sua ricerca verso le banche d’affari che sinora non siano state coinvolte a vario titolo nella vicenda Alitalia. Ma per saperlo deve mandare un invito al quale si può vedere rispondere un cortese «no, grazie» per conflitto di interessi. Un simile circostanza può avvenire con Lazard, advisor da sempre vicino a AirFrance: in questo modo Prato comincia già ad avere un quadro chiaro di quanti potenziali acquirenti possono essere coinvolti nella partita. Questo scenario mostra però che le banche (di calibro internazionale e con una vasta esperienza nel M&A) rimaste disponibili per il ruolo di advisor sono poche: tra queste Deustche Bank, che tra l’altro ha guidato nel 2005 il consorzio per la sottoscrizione nell’aumento di capitale di Alitalia, seppure sempre in quell’anno la banca è “inciampata” nelle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Unipol e i “furbetti del quartierino” nell’ambito delle scalate bancarie.
Libera (salvo sorprese) c’è Jp Morgan, ma soprattutto Goldman Sachs, la banca da cui proviene Massimo Tononi, il sottosegretario al Tesoro con delega sulle privatizzazioni e che sinora ha avuto la regia delle cessione di Alitalia. Le altre banche dovrebbero essere già tutte prese: Merrill Lynch e Credit Suisse (valutatore indipendente) si sono viste confermare l’incarico dal Tesoro. Lehman, Morgan Stanley e Nomura dovrebbero sostenere Intesa nel finanziamento ad AirOne. Mediobanca affianca Tpg e il nome di Rothschild è circolato a proposito di una fantomatica cordata che però non si è mai presentata. Restano altre banche internazionali come Bnp Paribas, Société Generale, Abn Amro, Rbs, BoA e così via, ma il loro curriculum in tema di privatizzazioni italiane non è così ferrato, mentre il ruolo che Prato si troverà a giocare è molto delicato e richiede un consulente di provata esperienza.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
Laura Serafini