Air France entra nel piano Alitalia

09/01/2009

L’aumento di capitale dell’Alitalia è arrivato a un passaggio cruciale.

Mentre in Borsa i prezzi delle azioni e dei diritti di opzione continuano a scendere, il vertice di Air France sta per sottoporre al consiglio di amministrazione la valutazione sull’adesione o meno alla ricapitalizzazione da un miliardo di euro, che si concluderà il 2 dicembre.

Il gruppo guidato da Jean Cyril Spinetta, che nel gennaio 2003 acquisì il 2% del vettore italiano nell’ambito di uno scambio azionario avallato dai due Governi, deve decidere se investire altri 20 milioni di euro per mantenere il suo peso nel capitale in una partecipazione che comporta elevati rischi economico finanziari. I conti di quest’anno sono in rosso, negli ultimi vent’anni chi ha investito in Alitalia ha quasi sempre perso soldi ( 90% dal 1986, 50% dal 2002), tranne qualche effimero momento di euforia, le previsioni di Giancarlo Cimoli di ritorno all’utile nel 2006 sono esposte a molte incertezze.

Spinetta non ha partecipato alle due riunioni del cda guidato da Cimoli che, il 7 e 10 novembre, hanno lanciato la ricapitalizzazione. Tuttavia, secondo indiscrezioni, l’orientamento dei dirigenti del vettore che si è unito in matrimonio all’olandese Klm non è negativo sull’adesione alla ricapitalizzazione Alitalia, malgrado il 19 maggio scorso Spinetta abbia dichiarato al Sole 24 Ore che non avrebbe partecipato alla ricapitalizzazione, precisando che il gruppo non ha interesse ad avere partecipazioni di tipo puramente finanziario.

Spinetta annuncerà domani i risultati economici del terzo trimestre, luglio settembre, dopo la riunione del consiglio di amministrazione. Nel consiglio siedono, come vicepresidente il numero uno di Klm Leo Van Wijk e come consigliere lo stesso Cimoli. Se il consiglio darà il benestare, Spinetta potrebbe annunciare domani l’adesione di Air France Klm alla ricapitalizzazione di Alitalia, in proporzione alla sua quota del 2%, che non verrebbe così diluita. Diversamente, Parigi scenderebbe sotto lo 0,3% di Alitalia e raffredderebbe un’alleanza industriale nata nel luglio 2001 che negli ultimi 15 mesi non ha dato segni di particolare trasporto.

Del resto, 20 milioni non sono una somma tale da far tremare un gruppo come Air France Klm, che stima per quest’esercizio un utile di almeno 300 milioni di euro. Metterli al servizio della ricapitalizzazione Alitalia significherebbe, per Spinetta e Van Wijk, pagare una sorta di pedaggio per prenotare una futura integrazione societaria con Alitalia, purché la compagnia riesca finalmente a risanarsi. Questo quadro, descritto come probabile da fonti finanziarie, non è stato confermato da fonti ufficiali.

Le azioni Alitalia ieri hanno perso il 6,5% a 1,213 euro. È la quinta seduta, sulle sei da quando è in corso l’offerta in opzione dei nuovi titoli, in cui c’è un ribasso. Secondo alcune banche il declino nella quotazione potrebbe proseguire, con una tendenza del valore di Borsa ad assestarsi verso il prezzo di emissione dei nuovi titoli, pari a 80 centesimi l’uno ( nel rapporto 6,5 nuove azioni per ogni vecchia, posseduta prima del 21 novembre). I diritti sulle azioni hanno perso ieri il 45% a 0,90 centesimi, i diritti sulle obbligazioni il 15,4% a 0,029 euro.

Calme le obbligazioni convertibili, i « Mengozzi bond » ( 0,14% a 95 centesimi).
I diritti di opzione sono negoziabili in Borsa fino a venerdì 24 novembre. La sottoscrizione dell’aumento proseguirà fino al 2 dicembre. Il Tesoro scenderà dal 62,3% al 49,9%, un consorzio bancario guidato da Deutsche Bank garantisce tutto l’inoptato, fino a un massimo di 517 milioni di euro.

Fonte:
Il Sole 24 Ore
Gianni Dragoni
22/11/2005