Afghanistan, passa la fiducia al Senato
09/01/2009
Sono 161 i voti favorevoli a Montecitorio. I rappresentanti della Cdl non hanno partecipato alla votazione
ROMA – L’assemblea del Senato ha detto sì alla fiducia posta dal governo sul disegno di legge 845 sul rifinanziamento delle missioni italiane all’estero. Presenti in aula 162 senatori, a favore hanno votato 161. La maggioranza richiesta era di 160. I senatori della Cdl non hanno partecipato alla votazione.
LA GIORNATA A MONTECITORIO – Dopo le polemiche che hanno caratterizzato la seduta di giovedì e le accuse della Cdl di irregolarità nelle operazioni di voto sull’articolo 2 del Ddl sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero, il dibattito è ripreso questa mattina nell’aula di Palazzo Madama.
Dopo poche battute la seduta è stata però subito sospesa, fino alle ore 9,53, per mancanza di numero legale la cui verifica è stata chiesta dall’opposizione.
POLEMICHE IN AULA – Rispetto a ieri il clima di forti polemiche non è cambiato. In apertura della seduta sono intervenuti i capigruppo di An e Forza Italia Altero Matteoli e Renato Schifani che hanno nuovamente criticato la gestione del voto del presidente del Senato Franco Marini, sottolineando che il voto di fiducia del giorno prima sull’articolo 2 del ddl non era valido per la mancanza del quorum.
LA NUOVA FIDUCIA – L’assemblea, che ha finora approvato in totale quattro articoli del disegno di legge, sta votando sull’intero provvedimento, sul quale il governo ha ugualmente posto la questione di fiducia.
Quattro i senatori a vita che hanno votato la fiducia. Sono Giulio Andreotti, Rita Levi Montalcini, Emilio Colombo e Oscar Luigi Scalfaro. Come ieri, la Cdl non sta partecipando al voto. Assente il senatore indipendente eletto all’estero, Luigi Pallaro.
Un gruppo composto da otto senatori della sinistra radicaleaveva detto nei giorni scorsi di essere contrario alla missione a guida Nato che vede impegnati in Afghanistan circa 1.800 militari italiani, mentre la maggioranza su cui conta il governo al Senato è di soli due seggi.
La fiducia sul provvedimento permette ai “dissidenti” di evidenziare la loro posizione e al tempo stesso non far cadere il loro sostegno al governo.
Fonte:
Corriere della Sera