A Catania vince la Casa delle libertà

09/01/2009

Scapagnini riconfermato sindaco al primo turno con oltre il 50%. Berlusconi: «Con me si vince, ora mettiamoci al lavoro». STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU’ LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

CATANIA – Umberto Scapagnini, farmacologo e medico personale di Silvio Berlusconi, è stato riconfermato sindaco di Catania. Il dato emerge dall’ analisi dei dati dello scrutinio. Quando mancano pochi seggi alla conclusione definitiva della conta dei voti risulta, infatti, matematicamente incolmabile il divario tra il candidato della Cdl e quello del centrosinistra, Enzo Bianco. Scapagnini, a prescindere dall’ esito dello spoglio dei seggi rimanenti, avrebbe in ogni caso la certezza di avere superato la soglia del 50% delle preferenze.
Il centrodestra perde Enna ma tiene a dispetto delle previsioni nere della vigilia Catania e coglie all’ombra dell’Etna, dopo un filotto impressionante di sconfitte consecutive (europee, regionali, amministrative), il primo vero successo dal 2001. Sono questi i risultati, non definitivi, della tornata delle comunali in Sicilia. Ma se a Enna è indiscutibile la vittoria dell’Unione che strappa la città al centrodestra, senza neanche bisogno del ballottaggio, non ha ancora esiti certi il confronto elettorale per l’elezione a sindaco nel capoluogo etneo.

RICONFERMA – Si è consolidato sempre più nella notte il dato in favore del sindaco uscente candidato della Cdl a Catania, Umberto Scapagnini, che ha il 52,14% delle preferenze dopo gli scrutini eseguiti in 332 delle 335 sezioni elettorali. Il candidato del centrosinistra, Enzo Bianco, ha il 45,72%. Scapagnini si dice sereno e ottimista parlando di «trend stabilizzato» e facendo notare che il «segno forte che noi cogliamo è che i catanesi hanno capito che abbiamo lavorato bene». Sull’esito finale potrebbe però pesare l’alto numero delle schede ritenute non valide (già tantissime quelle annullate, circa il 10% del totale). Il tutto viene ricollegato alla grandezza della scheda, un piccolo lenzuolo lungo quasi un metro che ha creato diversi problemi in fase di votazione.

Umberto Scapagnini (Parrinello)
LA CDL ESULTA – Nel centrodestra c’è comunque un clima euforico. Non conosce incertezze il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, secondo il quale la Cdl vince «un po’ dovunque». Anche i due ministri siciliani, Stefania Prestigiacomo e Gianfranco Miccichè parlano di «trend positivo per la Cdl». La Prestigiacomo aggiunge che «la Cdl non è abbonata alla sconfitta», come invece aveva lasciato intendere qualche giorno fa il segretario dell’Udc Marco Follini. Berlusconi, rimasto ad Arcore, mantiene il riserbo ma chi lo informa ogni mezz’ora sull’evolversi dei dati definisce il suo umore sereno. Un primo ragionamento tuttavia il premier ha iniziato a farlo su queste amministrative che, a detta di molti, si erano caratterizzate via via come un referendum sulla sua leadership e sul futuro stesso del governo. «I catanesi non hanno dato retta ai catastofisti – è quanto ha confessato ai suoi Berlusconi – Ora mi auguro che tutti si rendano conto che la vittoria è possibile, che la si smetta con queste liti e si cominci a lavorare». E che il test catanese abbia risvolti nazionali lo conferma anche Raffaele Lombardo che con le sue quattro liste autonome ha raccolto in Sicilia il 14% delle preferenze. «Con questo esperimento politico abbiamo lanciato una straordinaria ciambella di salvataggio a Berlusconi», commenta Lombardo.
L’UNIONE AL PRIMO TURNO- A Enna, dove l’affluenza è sostanzialmente identica a quella del 2000 (è andato a votare il 75% degli aventi diritto, contro il 75,3% delle precedente consultazione) è invece il centrosinistra a cantare vittoria: il candidato ulivista Rino Agnello prevale con il 56,4% sugli avversari. Soddisfatti i Ds che parlano di risultato importante che «segna la prima significativa incrinatura della roccaforte siciliana del centrodestra».
REFERENDUM – La nuova legge elettorale siciliana varata ad agosto dall’Assemblea è stata approvata nel primo referendum confermativo in 59 anni di storia dell’Autonomia. Nelle urne hanno vinto i sì con il 56,57%. E dunque la legge resta in vigore, ed è con questa che si voterà per le regionali del 2006. Bassa la partecipazione al referendum, svoltosi in concomitanza con la prima delle due giornate dedicate alle amministrative: il 16,8%.

Corriere della Sera
17 maggio 2005