CCIE, per il 2009 si punta sull’innovazione. Il presidente Pollastri: “Diamo fiducia agli imprenditori”

25/02/2009

Roma – La parola chiave per superare la crisi economica sembra essere una sola: fiducia. Ne è convinto il presidente di Assocamerestero Edoardo Pollastri che oggi a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato il “Programma di attività 2009” delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE), alla presenza anche del Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero Adolfo Urso. In questo momento di crisi globale – ha detto Pollastri –  le CCIE sono indispensabili perché creano una rete fiduciaria, ovvero inducono gli imprenditori ad investire ispirando loro fiducia sulle possibilità di internazionalizzazione delle imprese. Come ha detto anche il premio Nobel Joseph Stiglitz “il ristabilimento della fiducia rilancerà l'economia” e lo stesso presidente Barack Obama ha affermato che attraverso la fiducia si può diventare ancora più forti. Ma per dare fiducia bisogna essere qualificati e indicare bene quali siano le diverse opportunità di investimento“.

Assocamerestero è l'Associazione delle 74 Camere di Commercio Italiane all'Estero distribuite in 48 Paesi diversi, collegate anche ad Unioncamere, le Camere di Commercio che operano in Italia, così da formare una rete complessa rivolta a chi opera nell'economia italiana e estera.Il fatturato sviluppato dalle Camere negli ultimi anni – ha aggiunto il presidente dell'Associazione – è raddoppiato passando dai 28 milioni di euro del 2000 ai 52 milioni del 2009. Sono oltre 100 gli anni di attività che abbiamo alle spalle, le nostre Camere sono radicate sul territorio, sono un osservatorio d'eccellenza nei vari Paesi e raccolgono la “business community” degli italiani all'estero. Collaboriamo inoltre con oltre 25 mila imprenditori e professionisti. Il nostro core business è volto principalmente alle piccole e medie imprese, quelle che compongono gran parte del panorama aziendale italiano. Il nostro intento è quello di condurle a partecipare a grossi progetti. Se nel 2008 abbiamo assistito 96 mila imprese, per il 2009 sono previste circa 1700 nuove iniziative per un totale di 52 milioni di euro, di cui 43 milioni destinati a iniziative vagliate insieme al Ministero dello Sviluppo Economico. Altre saranno finanziate in loco“.

La ripartizione geografica vede l'attività del network delle CCIE così ripartita: l'Area Europa, con 27 Camere, produce il 44% delle risorse investite (circa 19,4 milioni di euro); l'Area Nafta, con 10 Camere, il 18% (7,7 milioni di euro); l'Area Australia, con 5 Camere, l'11% (4,7 milioni di euro); l'Area Asia-Sud Africa, con 7 Camere, il 9% (3,8 milioni di euro); l'Area Mercosur, con 12 Camere, il 9% (3,7 milioni di euro); l'Area del Centro-America, con 5 Camere, il 6% (2,6 milioni di euro) l'Area Mediterraneo, con 5 Camere, il 3% (1,2 milioni di euro). “Abbiamo chiuso il 2008 con il 3-4% in meno rispetto all'anno precedente. La Finanziaria ci ha un po' penalizzati – ha concluso Pollastri – ma questi tagli ci costringono ad essere ancora più creativi. Amiamo il nostro Paese e vogliamo aiutarlo a crescere. Molte delle iniziative previste per il 2009 riguarderanno settori strategici: in particolare l'agroalimentare, l'abitare, la moda ma anche settori innovativi come l'aerospaziale e la sostenibilità ambientale, dove l'Italia ha eccellenze ancora poco conosciute all'estero“.

Nel dettaglio le CCIE quest'anno punteranno su l'agroalimentare (41%), seguito dal sistema abitare (10,8%), dalla moda (7,5%) e dal turismo e tempo libero (5,9%); in particolare, in collaborazione anche con Enit, si tenterà di favorire l'incoming turistico in Italia, soprattutto presso il target dei businessmen esteri, collegandolo a missioni d'affari nel nostro Paese. A questo si aggiungono la logistica, l'edilizia, la meccatronica, la ricerca e sviluppo e l'ICT – su cui si focalizza, nel complesso, il 13% delle attività; poi i servizi (oltre il 20%), frutto di progetti in comparti come l'energia, il real estate, la sanità, le banche e assicurazioni.

Quello delle CCIE è un ruolo insostituibileha commentato Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Esteroda rafforzare assieme a quello dell'Ice, che contribuisce nello sviluppo della presenza del Sistema Italia all'estero. Siamo in un anno di crisi, ma le imprese italiane hanno dimostrato una maggiore capacità di resistenza. Nel 2008 l'Italia ha chiuso in segno positivo con un +2%, seconda solo alla Germania che ha chiuso con un +3%. Il 2009 sarà sicuramente un anno più difficile in cui sarà necessario “resistere, resistere e resistere”, reagire affinché ci sia la ripresa già nella prima parte del 2010. La collaborazione tra il Ministero e le Camere di commercio italiane all'estero è stata sempre proficua e costruttiva – ha poi aggiunto Urso – ed assume grande importanza oggi che siamo in tempi di crisi. Abbiamo apprezzato molto l'evoluzione, il miglioramento delle Camere di Commercio Italiane all'Estero, sia nella fornitura dei servizi che nella professionalità dei servizi stessi. Abbiamo ampliato la presenza, non solo nei Paesi che già hanno una radicata comunità italiana al loro interno ma anche sui nuovi mercati e nei Paesi emergenti, come la Bielorussia, dove non promuoviamo solo i prodotti tipici italiani (cibo e moda), ma anche i più innovativi (aerospaziale e biotecnologie)“.

Tra i sette progetti multimercato (volti a favorire la multilateralità degli scambi sviluppando su più mercati un tema di rilevanza aerospazio.jpgstrategica per le imprese) previsti per il 2009, che coinvolgeranno in tutto 42 CCIE, di particolare interesse è quello sul settore innovativo dell'aerospazio. Il progetto vede come capofila la CCIE di Francoforte e come partner le Camere di Barcellona, Houston, Lione, Londra, Montreal, Praga, Stoccolma, Toronto e Zurigo. Giunto alla seconda annualità, si rivolge al settore dell'aerospazio con l'obiettivo di promuovere e aumentare la competitività del comparto attraverso il rafforzamento del grado di innovazione delle imprese italiane, l'individuazione di nuovi sbocchi commerciali per i subfornitori automobilistici e l'incentivazione allo sviluppo delle aggregazioni di imprese, così da valorizzare e favorire la strutturazione di un network ad elevato contenuto tecnologico nel settore aerospaziale.

In particolare il progetto si propone di migliorare le possibilità di accesso per le piccole e medie imprese italiane a progetti internazionali di fornitura, scambio tecnologico e/o ricerca mediante la trasmissione di informazioni qualificate e specifiche sulla strutturazione e le modalità operative dei principali mercati esteri dell'aerospaziale. Si intende inoltre contribuire ad avvicinare le imprese italiane dell'indotto di filiera automobilistico al settore aeronautico-spaziale, per permettere loro di valutarne la validità come canale di sbocco alternativo o supplementare. Tra gli obiettivi anche quello di contribuire allo sviluppo generale del settore aerospaziale italiano, accrescendo la sua visibilità e la conoscenza delle sue specializzazioni presso le imprese leader internazionali. Infine si punta a creare concreti rapporti d'affari, incentrati sulla cooperazione industriale e tecnologica, tra le piccole e medie imprese italiane e aziende estere.

 

Fonte:
Simone Carletti
News ITALIA PRESS