Brasile, Lula: “Riunione delle Banche Centrali a Basilea”

30/09/2008

Edoardo Pollastri: "Qui siamo ai margini della crisi, gli investimenti immobiliari sono un segnale di tranquillità". Oliviero Pluviano, Ansa San Paolo: "Penso che il Brasile resisterà alla crisi negli Stati Uniti"

 

Lularitratto.jpgSan Paolo – "Non possiamo più aspettare a trasformare il G8 in G14, per farvi entrare la Cina, per farvi entrare l'India, per farvi entrare l'Africa del Sud, il Messico, il Brasile": questo l'appello del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, dalle colonne del Corriere della Sera.

 

La richiesta di una nuova governance globale, capace di adottare delle misure in grado di fronteggiare il divario socio-economico. Un gap che allontana i paesi in grado di reperire con facilità le risorse primarie di sussistenza e le economie in cui la maggioranza della popolazione si trova a dover lottare per la sopravvivenza – il ministro si riferiva in particolare a beni come acqua e cibo, ai quali "non deve essere applicata" la logica di mercato. La richiesta fa eco a quanto già evidenziato dal presidente francese Nicolas Sarkozy martedì scorso, durante l'assemblea generale delle Nazioni Unite.

 

L'invito italiano è rivolto agli otto grandi perché vengano compresi nel Gruppo anche i paesi emergenti, alcuni parte del così detto Bric (Brasile, Russia, India, Cina) e altri che rappresentano realtà economiche importanti, ma spesso vengono esclusi dai processi decisionali internazionali. Nonostante si dimostrino, a buon diritto, capaci di fare la differenza per prendere decisioni condivise ed efficaci.

 

Il Brasile, in particolare, è considerato il traino dell'economia sudamericana, e con una crescita del Prodotto Interno Lordo del 5,4% in soli 3 anni si conferma come uno dei grandi catalizzatori di investimenti del Mercosur. Il crollo generalizzato dell'economia americana, dovuto agli scossoni bancari (attutiti o meno dall'iniezione di capitali), è arrivato a sfiorare anche l'economia carioca. Oggi, anche il presidente Lula ha manifestato l'esigenza di prendere decisioni condivise per il superamento della crisi e ha dichiarato: "La mia idea è che le banche centrali si riuniscano a Basilea (Svizzera) e prendano delle misure per fare ricerca e controllare il sistema finanziario, perché non si può permettere che le banche si trasformino in un vero e proprio casinò" ed "è importante che il popolo brasiliano sappia che una crisi di recessione negli Usa può portare problemi a tutti i paesi del mondo". E il Brasile "non ha mai avuto una situazione così stabile", ha aggiunto.

 

bolsavalores.jpgMa dei contraccolpi, seppur circoscritti a due grandi esportatori, sono arrivati anche in Sud America. Sadia SA, il colosso alimentare fondato nel 1944 da Attilio Fontana, leader nell'export ha appena fatto registrare un calo record da 410 milioni di dollari (una perdita così consistente non si registrava da metà degli anni '90). Il direttore generale, Adriano Lima Ferreira, è stato licenziato e stessa sorte sarà riservata al suo omologo della Aracruz. L'azienda produttrice di eucalipto per pasta di legno è arretrata ai livelli del '98 a causa delle perdite derivanti dagli investimenti. In ogni caso, sempre secondo il presidente brasiliano, "il sistema finanziario brasiliano non è coinvolto in questa crisi" che riguarda "i bancari nordamericani ed europei".

 

Il governo allontana ogni dubbio sulle possibili conseguenze del crack di Wallstreet ma intanto il Bovespa, l'indice brasiliano, fa registrare un calo di 2 punti percentuali, a causa delle perdite subite dalle due grandi aziende del paese sopracitate (niente in confronto al calo degli indici europei, asiatici e statunitensi). "Sono due eventi isolati", afferma Oliviero Pluviano, giornalista dell'agenzia stampa Ansa di Sao Paulo, riferendosi al causati da "investimenti su una banca sbagliata", una banca americana. "Penso che il Brasile resisterà alla crisi negli Stati Uniti", osserva.

 

saopaulo.jpg"Qui siamo ai margini della crisi", dice Edoardo Pollastri, Presidente della Camera di Commercio italiana per il Brasile, "c'è abbastanza tranquillità, i mercati non sono agitati – commenta -. L'unico sintomo che abbiamo avuto in questi giorni è una svalutazione del Reale". Moneta che "tutti già consideravano sopravvalutata". La borsa di San Paolo, invece, "ha avuto le stesse cadute che hanno visto tutte le borse internazionali", ed è già in "fase di ripresa". Mentre le riserve si confermano come la vera forza del paese perché "coprono largamente tutto il debito estero".

 

Proprio a causa della possibile svalutazione della moneta, probabilmente ci "sarà qualche riflesso sul fronte delle importazioni a fine anno", spiega Pollastri. Una prospettiva d'altro canto "incoraggerà le esportazioni" e "aumenterà il saldo commerciale del Brasile".

 

Sul fronte degli investimenti si "sta aprendo una fase nuova", quella degli investimenti immobiliari. La tendenza che si registra, dall'osservatorio della Camera, vede diversi compratori europei a fare affari sul mattone sudamericano. Un segnale della "tranquillità sul mercato" e quindi "fiducia nel futuro di questo paese".

 

Fonte:
Alberto Brambilla
News ITALIA PRESS